Via libera al decreto “Ponte dello Stretto” nelle commissioni di merito alla Camera: adesso il testo andrà subito in Aula. La maggioranza tira dritto sulle norme a favore dei privati (gruppo Salini) che nel 2010 avevano vinto la vecchia gara bandita dal governo Berlusconi. Garantito tra l’altro un incremento dei costi di oltre 4 miliardi di euro, con un criterio scelto dai relatori di maggioranza ma «con un tetto per non sforare la spesa complessiva di 13,5 miliardi di euro più un altro miliardo per opere accessorie».
Un bel colpo per il “partito del ponte” anche perché appare chiaro ormai che la maggioranza porrà la fiducia alle Camere quando arriverà il momento del voto. Stavolta quindi si fa sul serio, in termini di impegno di spesa. Altro è poi chiedersi se e quando il ponte inizierà per davvero a conoscere l’alba del suo cemento. Per il momento, ancora una volta del resto, l’unica certezza sembra essere ormai quella di aprire la cassa continua per le spese preliminari, compreso il battage mediatico (9 milioni liquidi liquidi su proposta tra l’altro del deputato lametino Furgiuele).
Il testo approderà martedì pomeriggio, alle 15, nell’Aula della Camera per la discussione generale. Il governo ha già annunciato di voler porre la questione di fiducia sulle misure.
L’emendamento sull’aggiornamento dei costi per la realizzazione del Ponte sullo Stretto «chiarisce anche che il limite sono i 13,5 miliardi di euro indicati nel Def. L’opera sta in quella soglia». Ha sottolineato il viceministro alle infrastrutture e trasporti Edoardo Rixi intervenendo alle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera che ha esaminato il decreto Ponte. La norma da una parte «punta ad evitare extra profitti per l’impresa che ha vinto una gara nel 2012», ha aggiunto e dall’altra «evitare che l’aumento dei costi porti al rischio che l’opera si fermi come tante volte è accaduto».
Opposizioni, ovviamente, all’attacco prima del voto finale sul decreto Ponte nelle commissioni Trasporti e Ambiente della Camera. Dopo la presentazione, da parte del Mef, di una riformulazione dell’emendamento di maggioranza riguardante il caro materiali il centrosinistra aveva chiesto una sospensione dei lavori per poter analizzare il testo ma la presidenza ha proceduto comunque coi lavori sostenendo la necessità di rispettare i tempi visto che il decreto va in Aula domani. «I tempi ci sono, si tratta di una scelta politica», hanno osservato da più parti nell’opposizioni. Anche la presidente di deputati Dem, Chiara Braga, è arrivata in commissione per sostenere il suo gruppo. «Chiediamo una sospensione per analizzare la relazione tecnica, serve una riflessione vista la portata della riformulazione», ha detto Braga. Ma, dopo gli interventi delle opposizioni il testo è stato comunque posto in votazione ed è stato dato il mandato il relatore per l’Aula. Poi il voto favorevole della maggioranza e l’attacco frontale delle opposizioni, «sfrontatezza senza limiti».
Ponte sullo Stretto, via libera al decreto, si tira dritto sui favori al gruppo Salini
Il costo dell'opera supera i 14 miliardi di euro Incassato il sì nelle commissioni, ora il testo è pronto per andare in Aula. Le opposizioni: «Sfrontatezza senza limiti». La maggioranza porrà la fiducia