Parenti (nello specifico, cuginanza…) di consiglieri regionali. Amici di cognomi griffati della politica cosentina. Ex dipendenti di cliniche private del circondario che non vedevano l’ora di liberare il posto così da lasciar spazio al loro interno a nuove “segnalazioni” dalla regnanza politica che avanza. Il mercato del lavoro alla calabrese per intenderci, o delle “vacche”, o del consenso.
Di tutto e un po’ di più dentro i 92 precari Oss che dai tempi dell’emergenza Covid (delibera del 5 ottobre del 2021) prestano servizio presso l’Asp di Cosenza (alcune decine di questi non avrebbero nemmeno i requisiti). Solo che nel frattempo l’emergenza Covid è finita, da un pezzo ormai. Nel mentre ogni azienda (Asp di Cosenza compresa) stampa il suo bel fabbisogno (60 Oss per Via Alimena nel 2022) dove per fabbisogno si intende assolutamente ed esclusivamente assunti a tempo indeterminato. Per la verità, fonti interne alla stessa sanità di Calabria, riferiscono di un reale fabbisogno di 200 Oss per l’Asp di Cosenza ma il punto non è questo, almeno per ora. Il punto è un altro, tutto un altro. E ha a che fare con le regole e i “sospetti” che si generano violando le regole stesse. Perché l’Asp di Cosenza dovrebbe coprire il suo fabbisogno Oss attingendo da pubbliche graduatorie (a seguito di pubblici concorsi vinti) così da assumere a tempo indeterminato. La graduatoria c’è, è pubblica. È di “proprietà” dell’azienda ospedaliera dell’Annunziata che l’ha bandita e l’ha messa a disposizione della sanità di Calabria così come prescritto a suo tempo dal dipartimento Salute. Ma l’Asp di Cosenza non vi attinge e per coprire (e, sulla carta, superare) il suo fabbisogno usa ancora i precari Covid ingaggiati nell’ottobre del 2021. Costringendo chi ha vinto regolare concorso a starsene a casa, o chissà dove fuori sede. E di fatto consentendo a decine di questi precari (alcuni senza requisiti) di continuare a prestare servizio di proroga in proroga fino a maturare il “passaggio” al tempo indeterminato. Basta arrivare a giugno, secondo alcuni calcoli.
Vi è di più, in questo desolante contesto. Alcuni di questi precari Oss presso l’Asp di Cosenza, diversi per la verità, figurano anche nella pubblica graduatoria dell’Annunziata ma non vi fanno appello, ricorso. Perché magari la selezione li “sbatte” a Reggio o altrove con il tempo indeterminato ma loro “preferiscono” la precarietà all’Asp di Cosenza.
Già, è proprio così. Qualcuno predilige star precario all’Asp di Cosenza anzicché indeterminato altrove. Ma perché? Cosa gli è stato promesso? Cioè a dire stai dove sei che di proroga in proroga verrai stabilizzato? E chi ha diritto da mesi e anni avendo vinto concorso che fine farà e perché non viene ingaggiato dall’Asp di Cosenza per il suo fabbisogno? Perché l’Asp di Cosenza continua invece ad allungare il “tempo” agli Oss Covid dell’ottobre 2021 (con sospetti “amici degli amici” dentro e persino cuginanza di consiglieri regionali)?
Chissà. A dicembre il commissario ad acta Roberto Occhiuto fiuta la trappola (quantomeno giuridica) e ci mette una pezza. Si vedrà più in avanti se a colori o meno. Una circolare urbi et orbi ad aziende sanitarie e ospedaliere. Laddove si legge che non solo «si richiamano (in riferimento alle aziende sanitarie) le SS.LL. allo strumento del ricorso alle graduatorie a tempo indeterminato delle altre Aziende anche per eventuali assunzioni a tempo determinato» quanto “consigliando” «ai commissari straordinari di voler verificare la presenza di graduatorie vigenti di altre Aziende per il medesimo profilo e provvedere conseguentemente alle valutazioni ed ai provvedimenti di competenza anche mediante esercizio dei poteri di autotutela, dandone comunicazione a questa Struttura Commissariale».
Della serie, cari commissari di Asp e ospedali, se avete preso un abbaglio e vi siete “distratti” o se vi siete trovati un “pacco” in azienda pieno di precari senza attingere a pubblica graduatoria è arrivata l’ora di fermarsi e fare retromarcia. Anche in “autotutela”, che è poi lessico tipico quando le cose rischiano di mettersi male. Per solito, autotutela, va a braccetto con l’anticamera del mondo giudiziario.
Mesi dopo, però, la musica non sembra cambiare per l’Asp di Cosenza che di attingere dalla pubblica graduatoria dell’Annunziata non ne vuol sapere. Il mercoledì delle ceneri è anche il mercoledì di un sit-in del sindacato “Si Cobas” regionale proprio davanti la sede dell’azienda ospedaliera dell’Annunziata, proprietaria della graduatoria che l’Asp ignora. A capo Simone Scandale e Roberto Laudini. Il lavoro è lavoro e tutti debbono salvarlo, il loro mantra. Precari e non. Ma siccome nella “vera” pianta organica dell’Asp c’è posto per tutti alla fine perché non iniziare da chi ha vinto un concorso e sta stampato in una pubblica graduatoria?
Già, è proprio così. Se lo chiede lo “Si Cobas” e tutto sommato se lo chiedono in tanti, forse pure qualche “ufficio” insidioso. Ma non è facile rispondere, nemmeno per l’Asp di Cosenza. Quando arrivano certe “segnalazioni” poi valli a cacciare…
I.T.