Il rischio, o forse la certezza, che modificare le regole del gioco, a gioco concluso, può far saltare più di un tavolo. Tanti tavoli, forse troppi. Persino l’intero equilibrio. Ragion per cui chiedere uno o più pareri ad esperti in materia non sarebbe per niente male. Pareri ovviamente auditi formalmente e a disposizione del Parlamento.
Questo, in sintesi, l’intento del Movimento Cinquestelle a proposito del cosiddetto “caso Gentile”, la modifica retroattiva dell’interpretazione di alcune schede elettorali che consentirebbe ad Andrea Gentile, come è noto figlio dell’ex sottosegretario Tonino, di prendere posto in Parlamento essendo stato invece sconfitto nel collegio uninominale di Cosenza-Tirreno. Oltre a Gentile ne beneficerebbero, della modifica, altri 3 tra cui un aspirante parlamentare Pd in Emilia che è rimasto fuori per 50 voti. Più d’uno è convinto che ci sia anche questa circostanza dietro lo strano “silenzio” proprio dei Dem attorno a questa vicenda, la modifica dell’interpretazione post mortem di alcune schede.
La proposta di modifica per la giunta delle elezioni è a firma Pittalis e a seguire dell’intera maggioranza. Si tratta in pratica di assegnare per intenzione di voto al candidato di schieramento anche quel consenso che invece non è chiaramente espresso ma solo (più o meno) indicato in modo formalmente sbagliato. E cioè a dire nullo seguendo le regole del gioco con cui ci si è recati alle urne. Andrea Gentile ne avrebbe collezionate diverse centinaia di queste schede formalmente nulle ma con orientamento che avrebbe mostrato intenzioni di appartenenza di area sicché si apre, ma di fatto non dovrebbe aprirsi e non si è mai aperta post mortem, la querelle se conti più la forma o la sostanza in sede di voto. Per solito la forma è sostanza ma ad ogni modo è la modifica interpretativa retroattiva che ha fatto scattare l’allarme. Perché non provare a modificare la norma ma con effetto a partire dalle prossime elezioni? Questo chiedono sostanzialmente i Cinquestelle che pongono un’altra questione alla giunta per le elezioni. Non è che modificando un tassello del puzzle poi non salta tutto il cucuzzaro dal momento che ogni escluso potrà trovare energia per avanzare una riscrittura del proprio consenso raggiunto?
La maggioranza però ha respinto la proposta di audire in giunta esperti consolidati in materia. Nel mentre per la prossima settimana è atteso l’ufficio di presidenza per decidere il da farsi, cioè come procedere. L’intento compatto della maggioranza è andare avanti in modalità spedita. Modificando retroattivamente l’interpretazione di alcune schede. Difficile che il patto possa mostrare retrocessioni. Altro sarà poi magari chiedersi chi lo ha disegnato, il patto, e consegnato nelle mani di Pittalis per la presentazione di facciata. Così, giusto per far credere che non viene dalla Calabria “l’idea”…
I.T.