Tariffe private in strutture pubbliche, ispezione ministeriale all’Asp di Cosenza

Fari puntati sui medici alle prese con attività di intramoenia con inevitabili ripercussioni sulle liste d'attesa. Coinvolta anche l'Annunziata

Strutture pubbliche, ospedali della provincia di Cosenza (Annunziata compresa, probabilmente) che alcuni medici avrebbero “usato” per attività professionali di intramoenia anche in orari ben oltre quelli di lavoro per così dire “ufficiali”. E cioè a dire quando avrebbero dovuto liberare il campo. Incassando, evidentemente, tariffe tutte private beneficiando però di strumentazione e location tutta pubblica.

Più o meno da 48 ore è in corso una robusta ispezione ministeriale (ispirata da chi?) negli uffici dell’Asp di Cosenza e in quelli dell’azienda ospedaliera dell’Annunziata. In particolare all’Asp gli ispettori ministeriali si sarebbero recati sia martedì che mercoledì con “promesse” di stazionamento per giorni e giorni fino alla definitiva comprensione della faccenda. Sarebbero stati ascoltati anche alcuni medici nonché vivisezionati gli uffici dell’Alpi e controllo di gestione mentre per quanto riguarda l’Annunziata l’attività di ispezione si sarebbe concentrata su Ostetricia con intercapedine di nervosismo da parte di alcuni medici nei confronti della dirigenza.

Gli ispettori del ministero non ambiscono solo alla evidenza delle eventuali responsabilità di alcuni medici e dei relativi uffici dirigenziali di riferimento, ovviamente per presunto mancato controllo (quando è andata bene). Ma sono in campo anche per scoraggiare e reprimere, se esistente per davvero, questa che sarebbe una diffusa pratica da intramoenia fuori orario negli ospedali della provincia di Cosenza perché va ad incidere e non poco sulle impressionanti liste d’attesa. Funziona, o funzionerebbe, così. La disponibilità “privata” da intramoenia in struttura pubblica finirebbe per intasare l’accessibilità generale delle strutture così da mettere sempre più in coda chi ha diritto alla diagnostica. Non è una controindicazione da poco, a ben vedere. Perché proprio l’abnorme coefficiente delle liste d’attesa in Calabria rappresenta uno dei “vulnus” più sanguinanti nel parametro minimo di civiltà.

Qualcuno, magari con qualcun altro o più di qualcun altro a chiudere un occhio e mezzo, avrebbe in camice bianco usato (non gratis) gli ospedali della provincia di Cosenza come una specie di protesi di una grande e unica clinica privata. Che privata non è, e non può essere.

Gli ispettori del ministero, prima ancora di altri uffici, vogliono capire se è vero…