Le operazioni sono complicate, molto complicate. Quasi si ci fosse messo il diavolo nel mare di Calabria nelle ultime ore. Ma una cosa appare più o meno certa a queste “latitudini”. Se le 1300 persone in mare nei pressi di Roccella e Crotone (sparse in 2 imbarcazioni) dovessero farcela a salvarsi la pelle un “pensierino” lo dovranno rivolgere per sempre a quei 74 (per ora, ma facciamo almeno 100 che si fa prima) disgraziati che sono morti a due passi da Cutro domenica 26 febbraio.
E sì, è proprio così. Perché a dar retta ai protocolli e alle consegne ministeriali e persino alle segnalazioni di Frontex anche le 2 imbarcazioni di oggi, sulla carta, avrebbero rischiato il “disinteresse” dei soccorsi. Tanto più che il mare non è più grosso della notte del 26 febbraio. Ma troppo recente e sanguinante la ferita, stavolta tutto è stato preso tempestivamente sul serio e nonostante tutto, come conferma il presidente della Regione Occhiuto, la situazione è complicata assai.
Stesso schema di quella “notte”. È Frontex a lanciare la segnalazione.
Dopo l’allarme di questa mattina lanciato per Lampedusa (500 persone a bordo) ecco altre due grosse imbarcazioni piene di profughi nei mari di Calabria.
La Guardia Costiera, stavolta scesa subito in campo, parla addirittura di tre imbarcazioni in difficoltà di cui una in avaria. «Sono in atto numerosi soccorsi al largo delle coste della Calabria — si legge in una nota —. Oltre 1000 le persone in pericolo». La Guardia Costiera ha anche chiesto aiuto alla Marina Militare, a sud ovest della Sicilia orientale e a sud ovest del Mar Ionio, durante interventi di propria competenza. A renderlo noto il ministero della Difesa spiegando che «è stato disposto l’immediato intervento di Nave Sirio, già presente nell’area per le proprie attività operative, ad integrazione dei mezzi della Guardia costiera attualmente impegnati sulla scena luogo dell’azione. La nave militare sta procedendo alla massima velocità consentita per fornire l’assistenza richiesta».
Ecco nel dettaglio l’intervento della Guardia costiera: « In queste ore le motovedette SAR CP 320, CP 322 e CP 329 della Guardia Costiera stanno intervenendo, a circa 70 miglia a sud di Crotone, per prestare soccorso a un barcone con circa 500 migranti a bordo. Altre unità della Guardia Costiera – Nave Dattilo e le motovedette SAR CP 326 e CP 325 – stanno prestando soccorso ad altri due barconi con un totale di circa 800 migranti a bordo che si trovano, invece, a circa 100 miglia a SE di Roccella Ionica. I soccorsi, coordinati dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma in area di responsabilità SAR italiana, risultano particolarmente complessi per il numero elevato di persone presenti a bordo delle imbarcazioni alla deriva. Le operazioni proseguiranno nelle prossime ore anche con l’impiego di un aereo ATR 42, di Nave Corsi e di Nave Visalli della Guardia Costiera». Secondo le ultime ricostruzioni sarebbero addirittura 1300 i migranti in difficoltà.
In mattinata era arrivato l’allarme di Alarm Phone, dopo la segnalazione di Frontex. «Alarm Phone è in contatto con circa 500 persone su un barcone partito dalla #Libia, ci ha chiamato dall’area SAR italiana. Abbiamo allertato le autorità competenti. Non perdete tempo: mandate subito i soccorsi!».Scriveva su Twitter Alarm Phone, il servizio telefonico che riceve le richieste di soccorso nel Mediterraneo. A bordo del motopeschereccio c’è una «situazione di grave pericolo», dice il capomissione di Mediterranea Saving Humans sottolineando che «tra le 9 e le 10 di questa mattina l’aereo Eagle 1 di Frontex ha sorvolato la posizione dell’imbarcazione e lo stesso ha fatto un elicottero della Us Navy». Mediterranea aveva chiesto che venisse lanciata subito un’operazione di soccorso.
Insomma si fa sul serio, stavolta. E senza equivoci. La notte è lunga e il Libeccio in aumento ostacola non poco l’avvicinamento delle imbarcazioni nei pressi delle coste joniche calabresi. C’è tensione e preoccupazione anche perché sembra presa di mira assai la rotta, quasi a ricordare a tutti che la vera emergenza è sempre in mare prima che a terra si metta a dominare la burocrazia di partito. Ma se i 1300 che in queste ore pregano e lottano per la vita dovessero farcela un “cero”, oltre che alla Capitaneria e alla Marina Militare, lo accenderanno certamente in memoria di quei 100 che a Cutro (morendo) hanno riacceso i fari…
I.T.