Caso Conad: “persone”, “cose” e altre rogne in vista

Il Tar (per ora) non chiude il punto vendita su corso Mazzini a Catanzaro, resta in piedi la sospensiva. Ma avvia delicati accertamenti tecnici...

Il rischio vero a questo punto, più o meno per tutti e ognuno per parte e ambizioni sue, è che “si va per grazia e si trova giustizia…”. Un detto “empirico” che mai come questa volta rischia di calzare perfettamente attorno alla vicenda Conad di Catanzaro, il punto vendita su corso Mazzini prima concesso, poi revocato e chiuso, poi riaperto da una sospensiva del Tar. E proprio il Tar, riunitosi mercoledì 8, non solo ha deciso di non decidere su alcun merito per ora, di fatto prolungando nelle more la sospensiva e quindi “tenendo aperto” il punto Conad. Ma ha rilanciato, se possibile, in termini di insidie e possibili rogne, più o meno per tutti. Avviata infatti una doppia perizia tecnica qualificata a scopo di approfondimento attorno a tutta la faccenda e questo con acquisizione di tutta la documentazione persino antecedente al punto Conad, cioè quando l’immobile ospitava rivendite di abbigliamento. Con una “ciliegina” agrodolce sopra tutto: la certificazione di abitabilità dell’immobile stesso.
Prima di una pronuncia il Tar quindi ha ordinato l’avvio di una attività istruttoria da parte dei tecnici che dovrà concludersi con il deposito di una relazione entro il 31 marzo. Il giudizio collegiale, di merito, slitta al 12 aprile.
Questo in sintesi quanto deciso dai giudici amministrativi Francesco Tallaro, Alberto Ugo e Manuela Bucca. Nel frattempo come detto rimangono sospesi i provvedimenti di chiusura del punto vendita, come già stabilito d’urgenza dallo stesso Tar nelle settimane scorse.
L’attività istruttoria dovrà essere svolta da un dirigente o da un funzionario della polizia di Stato individuato dal questore di Catanzaro, dal responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Soverato e del dirigente del Settore Pianificazione del Territorio, Edilizia Privata e SUE del Comune di Catanzaro.
La polizia dovrà provvedere che 《si accerti la superficie destinata a vendita presso l’esercizio commerciale a marchio Conad sito in Catanzaro, al Corso Mazzini, n. 50》.
Al tecnico del Comune di Soverato invece tocca che 《si accerti se i locali siti in Catanzaro, al Corso Mazzini, n. 50, in cui è allocato l’esercizio commerciale a marchio Conad, sia conforme ai titoli edilizi negli anni rilasciati dal Comune di Catanzaro e se abbia il requisito dell’abitabilità》. E hai detto niente.
Per queste due verifiche lo stesso Tar ha fissato dei paletti oggettivi da seguire.
Infine, il dirigente del Settore Pianificazione del Territorio, Edilizia Privata e SUE del Comune di Catanzaro dovrà depositare presso la segreteria del Tribunale, entro la data del 31 marzo 2023, 《una dettagliata e documentata relazione con la quale, con riferimento agli esercizi commerciali indicati in ricorso (si tratta dei due punti vendita a insegna Benetton che si sono succeduti nei locali di cui si controverte; dell’esercizio commerciale a insegna Bertucci sito sul medesimo Corso Mazzini, dei supermercati a insegna Crai e Conad siti rispettivamente in viale del Normanni e in piazza Fontana Vecchia), chiarisca:  quando essi abbiano ottenuto i titoli necessari per l’esercizio della rispettiva
attività commerciale; quale sia la superficie lorda dei locali da essi indicata nella documentazione presentata ai fini dell’ottenimento del titolo; se siano stati eseguiti dei controlli sull’estensione di tale superficie》.
Molto più che “solito” Tar quindi. Quasi una ulteriore e per certi aspetti irrituale ispezioni del Tribunale amministrativo. A testimoniare la complessità anche “politica” della faccenda. Alla fine chi sarà il contendente “andato per grazia” e che poi ha “trovato giustizia”?

I.T.