Franco Muto, boss di Cetraro e “re del pesce”, è stato scarcerato nella serata di venerdì dal carcere di Sassari. Muto, 83 anni, era recluso in Sardegna (e associato al regime di 41 bis) dal settembre 2022, dopo l’emissione della sentenza definitiva Frontera. La decisione del magistrato di sorveglianza di Sassari è arrivata in seguito alla richiesta del legale del boss, Michele Rizzo, del foro di Paola. L’avvocato ha avanzato un’istanza legata alle precarie condizioni di salute del boss.
Ieri la decisione: Muto ha lasciato la cella in cui era rinchiuso pronto a trasferirsi in Calabria. Il “re del pesce” – che deve scontare, sugli sviluppi del processo Frontera, una condanna a 20 anni di reclusione – è considerato, per “carriera” e ascendente criminale, uno dei boss storici della regione. Un capobastone la cui figura ricorre in atti giudiziari sia in riferimento a rapporti con pezzi dell’aristocrazia della ‘ndrangheta reggina, sia per via dei legami con la camorra napoletana. Partendo dagli interessi sul mercato ittico, l’influenza del clan Muto si è estesa a settori come il controllo delle estorsioni e il traffico di stupefacenti, fino a toccare – attraverso l’interposizione di prestanome e colletti bianchi – il mercato del divertimento lungo la costa tirrenica. Per alcuni collaboratori di giustizia, Muto avrebbe avuto un ruolo anche nel percorso che ha portato all’ingresso di settori della ‘ndrangheta del Cosentino nei ranghi della massoneria deviata.
Scarcerato il “re del pesce”. Il boss Muto lascia il 41 bis e torna a Cetraro
Stava scontando una pena di 20 anni nel carcere di Sassari dopo il processo “Frontera”. Accolta l’istanza dell’avvocato