Non solo in favore di Massimino Aceto ma a Rende il modus operandi questo era ed è rimasto sempre, liquidazioni più rapide possibili per tutti e senza trattamenti di favore.
Questo il senso della parte più importante dell’interrogatorio del sindaco (sospeso) di Rende, Marcello Manna, al cospetto del gip Santese e dei pubblici ministeri Saccà e Visconti. Quasi 2 ore di interrogatorio nel corso del quale Manna ha provato a smontare le parti essenziali dell’inchiesta della procura di Cosenza che lo vede coinvolto per presunta turbativa d’asta e corruzione fino al divieto di dimora proprio nel Comune di Rende.
Alla presenza dell’avvocato di fiducia, Nicola Carratelli, Marcello Manna chiarisce (o prova a farlo) le contestazioni mosse dalla procura di Cosenza in ordine alle gare d’appalto bandite dal comune di Rende. Al centro del contendere i rapporti di tipo istituzionale e personali avuti dal sindaco di Rende con l’imprenditore Massimimo Aceto, finito agli arresti domiciliari. Ed è qui che Manna afferma che non ci sarebbe stata nessuna corsia preferenziale nelle pratiche comunali per liquidare Aceto, era questo (la celerità nei pagamenti) modus operandi in uso a beneficio di tutti i cittadini. Questa almeno la tesi di Manna nel corso dell’interrogatorio.
Spazio poi ad una intercettazione che, secondo il legale e secondo Manna, la procura avrebbe estrapolato da un contesto più complesso e completo fino a risultare travisata e opposta al senso del ragionamento. Manna e il suo difensore infatti hanno estrapolato tutta la conversazione nel corso della quale sarebbe emerso che il sindaco avrebbe dato disposizioni ai suoi interlocutori – tra questi dirigenti, dipendenti e parti interessate – a procedere con le gare d’appalto nel rispetto della legge e seguendo i principi della trasparenza e della correttezza.
Gip e procura ovviamente hanno poi chiesto approfondimenti anche sull’aspetto privato del rapporto con Masismino Aceto, con il quale Manna ha condiviso quote di una società fino a che non è poi diventato sindaco. Manna avrebbe spiegato di aver lasciato la compagine societaria poco dopo, in quanto economicamente subiva continue perdite. Ma poco o nulla si sa sulla versione contemporanea della “società di fatto” tra Manna e Aceto nel senso che la procura contesta al sindaco (sospeso) l’aver poi inserito al posto suo nelle quote congiunti o parenti stretti al punto da configurare una presenza di fatto nella compagine e una regia occulta.
Su questo aspetto e su tanto altro ancora la difesa di Manna si è riservata di presentare a breve una corposa memoria difensiva.
«Non solo per Aceto, liquidazioni rapide per tutti allo stesso modo»
Il sindaco (sospeso) di Rende Marcello Manna risponde per quasi 2 ore alle domande del gip e dei pubblici ministeri. «È stato travisato il senso di una intercettazione». A breve la consegna di una memoria difensiva