Le “ombre vesuviane” su Romano, a capo della Zes

La “zona economica speciale” di Calabria nelle mani di chi la guida già in Campania. Finisce intercettato ma non indagato nell'inchiesta sulle speculazioni edilizie dell'area ex Cirio (guidava il consorzio Asi). «Nominato da Forza Italia», secondo l'imprenditore Adolfo Greco (per lui i domiciliari). Che racconta di presunte agevolazioni per velocizzare la riconversione del terreni

Mai indagato nell’inchiesta sulle speculazioni edilizie dell’area ex Cirio eppure intercettato perché ritenuto assai vicino, persino funzionale, agli affari dell’imprenditore Adolfo Greco, poi finito ai domiciliari.
Giuseppe Romano, per tutti e soprattutto per i campani Giosy, è fresco di nomina a capo della Zes di Calabria (la zona economica speciale) nel mentre fa lo stesso mestiere in Campania. Nella primavera del 2015 è all’alba della sua scalata nelle viscere delle istituzioni industriali sotto il Vesuvio, viene nominato direttore del consorio Asi. C’è da riqualificare l’immensa area ex Cirio, deserto indutriale ma anche dalle “uova d’oro” per le speculazioni a 4 soldi, diciamo il discount dei metri quadri al saldo e stralcio. Scatta un’inchiesta, in 5 finiscono agli arresti tra cui (domiciliari) l’imprenditore Adolfo Greco. Che, intercettato, parla della nomina di Romano a capo dell’Asi di qualche giorno prima. Giosy Romano che, sia ben chiaro, non è stato iscritto nel registro degli indagati.
È il 7 maggio del 2015, allora Romano era anche sindaco di Brusciano.
Greco è a bordo della sua auto, in compagnia di un suo amico e discute della nomina dell’avvocato a capo dell’Asi.
«Greco raccontava la vicenda della nomina dell’avvocato Romano (avvenuta il precedente 20 aprile, ndr) – annotano gli inquirenti nei brogliacci – assumendo come dato certo che tale designazione fosse stata favorita, proprio dagli esponenti del partito politico di Forza Italia». L’imprenditore – è scritto ancora nelle carte dell’inchiesta – «svelava la finalità di tutta l’operazione, e cioè quella di sottrarre da ogni vincolo l’area cosiddetta Asi, potendo così inserirvi tutte le possibili forme di attività economica. Spiegava, quindi, che agendo direttamente a livello locale (e cioè presso il consorzio Asi) e non regionale, sarebbe stato possibile emanare un nuovo regolamento, per quelle aree territoriali, sulle quali in origine era possibile insediare esclusivamente attività industriali».
«Tradotto», argomentano gli inquirenti: Greco avrebbe visto velocizzarsi l’iter per la riconversione e la speculazione dell’area ex Cirio (realizzazione di 330 appartamenti, box e attività commerciali). Ecco di seguito alcuni passaggi delle fasi intercettate nell’auto di Greco. «E’ il direttore dell’Asi, l’avvocato Romano, e anche sindaco di Brusciano, venne da me, lo raccomandò prima Antonio Milo (non indagato nell’inchiesta in oggetto, ndr)», afferma l’imprenditore. «E io lo feci incontrare con Giggino ’a purpetta (Luigi Cesaro, ndr) per farlo dare i voti ai Comuni. Lui (Romano) il 20 aprile è stato eletto e mi ringraziò; adesso, venne l’altro giorno a ringraziarmi, e io gli ho fatto incontrare (il 5 maggio del 2015) tutti gli imprenditori (20-30 persone) giù da me (si riferisce alla sede dell’azienda Cil)… Antonio Pentangelo», racconta Greco.
Quest’ultimo parla anche di un provvedimento che sarebbe stato prodotto per la zona Asi a Castellammare di Stabia. «”Comunque, vi ringrazio don Adolfo”, disse lui (Romano), perché io quando lo presentai, dissi: questo è figlio d’arte, che veramente ragazzo (giovanissimo), si è laureato con una tesi sui consorzi Asi».
Una figura non da poco quindi quella di Romano a capo della zona economica speciale di Calabria. Di mestiere e di prestigio ma anche con passato e presente “vesuviano” tutto fuorché trascurabile. Guida contemporaneamente anche la Zes Campania e proprio su questo la “risvegliata” delegazione Pd in consiglio regionale s’è fatta sentire l’altro giorno. «Lascia davvero perplessi la nomina di Giuseppe Romano alla guida della Zona economica speciale dell’area calabrese» si legge nell’incipit di Mimmo Bevacqua, Ernesto Alecci, Franco Iacucci, Nicola Irto e Raffaele Mammoliti. «In pratica il governatore Roberto Occhiuto, accettando supinamente la decisione assunta dalla ministra per il Sud, Mara Carfagna, ha avallato l’indicazione di Giuseppe Romano che già sta guidando la Zona economica speciale della Campania – proseguono i consiglieri regionali –. Non mettiamo di certo in discussione meriti e competenze di Romano, ma è inevitabile chiedersi come mai la scelta debba essere ricaduta su un soggetto che è già impegnato in Campania e non potrà dedicarsi a tempo pieno nella nostra Regione che, invece, avrebbe bisogno di una guida stabile per avviare finalmente la Zona economica speciale. In Calabria non esistevano altre competenze in grado di assumere questo compito?».
Chissà. Magari no, o forse sì. Certo è che quando si tratta di materie così delicate per lo “sviluppo” delle imprese è sempre meglio andare sul sicuro…

I.T.