Concorso per categorie protette all’Asp di Cosenza, chiesto l’accesso agli atti

La graduatoria in “anonimato” dei 49 assunti tra i diversamente abili viene impugnata da un perdente che chiede di visionare tutti i verbali. Sullo sfondo (con rischio nullità della prova stessa) l'ombra del “preconfezionamento”. Il caso privacy che in altre determinazioni non viene invece rispettata

Uno dei perdenti, degli esclusi o dei non “fortunati”, decide di andare giù duro e chiede l’accesso agli atti di tutti i verbali che hanno generato la graduatoria dei 49 diversamente abili (categoria protetta) assunti di recente all’Asp di Cosenza al termine di un iter concorsuale iniziato nel lontano 2016 e conclusosi qualche settimana fa con la pubblicazione della “classifica”. Che viene sì pubblicata ma senza nomi, solo codici, sigle. Perché trattandosi di categorie protette s’è scelto di privilegiare e stressare oltre ogni limite il concetto di privacy, fin quasi a farlo sconfinare nell’illegalità.
Da qui i sospetti che diventano ombre e i pensieri che diventano nuvoloni neri il passo è breve. Specie nella mente di chi non ha vinto e non è stato assunto. Fino a planare, anche grazie ad alcune indiscrezioni di stampa che non hanno mai fatto mistero di immaginare un pacchetto di nomi precostituito, nel vero e proprio accesso agli atti di tutti i verbali. Non è dato sapere come andrà a finire anche perché ogni sospetto, per non rimanere tale, deve essere dimostrato e non è affatto semplice di questi tempi.
In ogni caso all’Asp di Cosenza, tra l’altro, regna e domina sovrana la confusione tra l’obbligo della trasparenza degli atti, imposto dall’Anac, e il concetto stesso di privacy.
Basta analizzare, fra tante, due ultime pubblicazioni che sono l’una l’esatto contrario dell’altra. Schizzofrenia allo stato puro. Manco a dirlo fa “scuola” la delibera 1101 del 4 luglio “Avviso pubblico a selezione per l’assunzione a tempo indeterminato di n.49 posti riservati alle categorie di cui all’art.1,comma1 Legge 12.03.1999n.68, di varie qualifiche – Approvazione atti e graduatoria di merito“ in cui il nome dei candidati è sostituito da un “ codice identificativo” . Ovviamente qui il concetto di privacy è estremizzato fino a far botte con la legalità, dal momento che si pubblica una graduatoria senza mettere nomi. A volto coperto, verrebbe da dire. Stessa Asp, la privacy sempre quella è, ed ecco un’altra delibera in cui si agisce esattamente al contrario e cioè, letteralmente, sputtanando dati sensibili non dovuti e ininfluenti al fine dell’oggetto stesso, la nomina di un direttore di farmacia. È la determinazione dirigenziale n°361 del 6 luglio 2022 del direttore F.F. della Uoc Farmaceutica Territoriale AREA 1, l’altro cadso di specie. Oggetto, “Sostituzione Direttore “Farmacia Di Donato dott.ssa Silvana S.R.L.- AU Rossano- Comune di Corigliano Rossano (Cs) – Distretto Jonio Sud” in cui vengono resi palesi dati sensibili riguardanti sia il titolare della farmacia che il sostituto.
Stessa Asp, la legge sulla privacy quella è, due delibere di epoca contemporanea completamente antitetiche in materia. Una “protegge” assai dati sensibili, fino a fare a botte con la legalità. L’altra invece per niente proprio, anzi sputtana che è una bellezza. Chissà perché…

F.R.