La procura di Cosenza vuol vederci chiaro su quanto accaduto alla giovane donna di 36 anni di Spezzano Albanese che è morta qualche giorno fa all’ospedale di Cosenza con il Covid in corpo ma con ogni probabilità non di Covid. La differenza, di questi tempi, non è roba da poco. Nelle prossime ore il primario dell’Annunziata, Pino Pasqua, sarà sentito dai magistrati così come sempre nelle prossime ore sarà seguito l’esame autoptico sul corpo della sfortunatissima ragazza di Spezzano Albanese. C’è più di qualcosa che non torna rispetto a questa drammatica vicenda e da quanto si apprende l’occhio investigativo si starebbe concentrando in modo particolare su quanto accaduto prima che la donna giungesse (in condizioni disperate) nel pronto soccorso dell’ospedale di Cosenza. Da non sottovalutare infatti le prime cure prestate in ospedale a Castrovillari, questione di ore. La giovane donna si è recata al pronto soccorso con la figlia lamentando maggiori preoccupazioni più per la piccola che per lei dal momento che entrambe sono risultate positive al Covid. Ha subito ammesso di non sentirsi molto bene ma erano le convulsioni della piccola figlia a destare le maggiori preoccupazioni. Con il passare dei minuti, invece, il precipitare delle condizioni di salute della donna con un drammatico quadro di attività cerebrale in decrescanza fino al cosiddetto “dramma cerebrale”, un edema stratificato e di conseguenza l’arrivo all’Annunziata con il grafico dell’encefalogramma praticamente piatto. In condizioni più “vegetative” che umane sarebbe arrivata la giovane donna all’Annunziata insieme alla figlia, anche lei in gravissime condizioni. Danni cerebrali gravissimi per tutti e due (più per la mamma che per la figlia) ed è qui che i sanitari dell’Annunziata hanno realizzato la più inquietante delle circostanze. Un inedito, dall’inizio della pandemia. In nessun caso mai è stato registrato un precipitare delle condizioni cerebrali in pazienti Covid, evidentemente nemmeno in quelli poi deceduti. Una casistica eccezionale e fuori dalla portata della letteratura pandemica che ha convinto tutti i medici a riflettere su qualcosa che sarebbe accaduto prima dell’arrivo in condizioni disperate all’Annunziata. Qualcosa che ovviamente hanno condiviso sia la mamma che la figlia dal momento che la gravissima sintomatologia è stata quasi identica, a parte l’icidenza che per la piccola è stata minore (è in vita e sta lentamente migliorando). Da qui l’autopsia, l’indagine della procura e il primario Pasqua che sarà sentito nelle prossime ore anche se è da ritenere assai probabile che anche altri saranno ascoltati, non necessariamente operanti all’interno dell’Annunziata.
I.T.