Long Covid o c’è dell’altro? Il mistero Jorio…

L'ormai ex super consulente di Occhiuto in materia di sanità lascia la stanza del terzo piano della Cittadella con una lettera indirizzata proprio al commissario e presidente di Regione. «Ho avuto il Covid, c'è ancora stanchezza e non me la sento di viaggiare tutti i giorni». Si occuperà “solo” del protocollo sulla fusione degli ospedali di Catanzaro. Ma quanti sono disposti a credere che ci sia solo il post virus di sotto?

Caro Roberto, sono stanco. Ho superato il Covid ma i postumi pesano. E poi viaggare tutti i giorni da Cosenza verso la Cittadella… Ragion per cui, mio malgrado, non me la sento «di assolvere quotidianamente ai compiti consulenziali presso il Dipartimento regionale della Tutela della salute, attribuitimi con il tuo decreto presidenziale del 30 novembre 2021».
Firmato, e non è poco, Ettore Jorio, il prof in materia di sanità se ce n’è uno in circolazione da queste parti. Non a caso coinvolto praticamente sin da subito da Roberto Occhiuto a fare da cerniera, e da “sapientone”, a metà strada tra struttura commissariale e dipartimento Salute. C’è chi è disposto persino a giurare che né si muovevano né si potevano muovere foglie (né si sono mosse) nell’universo sanità di Calabria senza la “benedizione” del prof Jorio, almeno fino ad un certo punto. Lo stesso Jorio che ora con “letterina” long Covid lascia la stanza al terzo piano della Cittadella…«mi premurerò di sgombrare tempestivamente la stanza, che ho occupato al terzo piano, dai miei libri e dal materiale di cancelleria che ho trascurato di togliere sino al 23 u.s., l’ultimo giorno di mia presenza in Dipartimento».
Jorio ammette che solo «molto recentemente» non ha potuto assicurare la sua presenza in Regione «ma soprattutto assicurare l’esame preventivo dei tuoi ultimi DCA (in riferimento ad Occhiuto), adottati dal 24 febbraio in poi, fatta eccezione per la condivisa doverosa modifica proposta e approvata alla L.R. 11/2004, introduttiva delle Case e Ospedali di Comunità e delle Cot».
Della serie, c’è un prima e dopo. Il prima è fino al 24 febbraio, data spartiacque che a ritroso Jorio conferma di aver “coperto” come consulenza ed esami preventivi dei Dca. E poi c’è un dopo, il dopo 24 febbraio che evidentemente non fa più parte della “regnanza” Jorio. Seguono (e precedono come incipit) ringraziamenti e stima nei confronti di Occhiuto nonché la conferma che non esce del tutto di scena, Ettore Jorio… «Ho colto con piacere la tua proposta di rappresentarti, quale Commissario ad acta, nella Commissione paritetica, cui è affidata l’attività preparatoria del previsto protocollo d’intesa propedeutico alla fusione per incorporazione dell’azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio nell’azienda universitaria Mater Domini, destinata ad assumere la denominazione di Azienda Universitaria Renato Dulbecco». Per carità, incarico prestigioso, espositivo. In qualche modo con “affaccio” sulla storia di Catanzaro. E tuttavia il “terzo piano” è il terzo piano, in Cittadella. Specie tutti i giorni. E specie ancora come “ultima istanza” in materia di Dca da preparare per la firma commissariale.
Ma il Covid è il Covid, c’è poco da fare. Anche se superato c’è suo “fratello”, il long Covid. Metti che non si hanno più 20 anni e che ci sono 200 chilometri da fare ogni giorno e in qualche modo la “lettera” regge. Già, in qualche modo però.
Perché poi non sono affatto pochi quelli che giocano di retroscena.
Da quelli scontati e classici che si “rifugiano” nelle frizioni in dipartimento e tra dipartimento e Ufficio del commissario. Con evidente sintomo di scarsa collaborazione tra le parti, o se vogliamo di poca propensione di qualcuno a riconoscere la portata, e il livello, degli altri. A quelli, retroscena, che non smettono di pensare invece al “prima e dopo” il 24 febbraio. Della serie, cosa è accaduto dopo? Che c’è, o ci poteva essere o ci potrebbe essere nei Dca successivi fuori dalla “portata” di Jorio?
Il rischio collettivo e stratificato è però quello di far tutti un buco nell’acqua. Perché non si è prof a caso, soprattutto a livello di Jorio. E la lettera con cui fa le valigie dal terzo piano della Cittadella non ammette altre e magari maliziose interpretazioni. Il long Covid, la stanchezza e 200 chilometri al giorno. Altro non è lecito (per ora) immaginare…

I.T.