Riforma della giustizia, Gratteri infierisce ancora: “E’ come il processo breve di Berlusconi”

Il procuratore di Catanzaro torna all’attacco dell’impianto di legge su cui il governo ha trovato una quadratura del cerchio: “E’ devastante, la peggiore riforma da quando sono in magistratura”

Non si ferma Nicola Gratteri. Con la consueta chiarezza il procuratore di Catanzaro, a capo della Direzione distrettuale antimafia, torna all’attacco della riforma della giustizia sulla quale il Governo, dopo un lungo dibattito, è riuscito a trovare la quadratura del cerchio. “Questa riforma è devastante e dannosa -ha detto Gratteri -. E’ la peggiore da quando sono in magistratura. E rappresenta una tagliola per i processi”. Insomma, “una riforma che ricorda da vicino il famoso processo breve di Berlusconi”. Anzi, “nemmeno Berlusconi metteva così pesantemente le mani sulla giustizia”. Dunque, i correttivi introdotti non bastano perchè rimangono fuori dai processi per i quali si prevedono tempi maggiori, i reati commessi nella pubblica amministrazione, ma anche il riciclaggio. E comunque, a suo giudizio, non arriveranno i frutti sperati: “Non si accorcia il tempo – ha evidenziato Gratteri – perché da un anno e mezzo non si fanno concorsi in magistratura. Nel 2021 avremo meno magistrati rispetto all’anno scorso perché non si riuscirà a coprire quelli che vanno in pensione. La ministra Cartabia fino all’anno scorso ha fatto il professore universitario e probabilmente non è mai stata in un’aula di tribunale. I problemi all’interno degli uffici giudiziari sono un’altra cosa. Questa è la peggiore riforma di sempre. I magistrati d’appello saranno contenti di questa riforma perché diminuirà il loro lavoro. Basterà scrivere ‘improcedibile’ su un processo e il lavoro sarà finito. Così finiranno al macero il 50% dei processi in appello e la faranno franca migliaia di imputati già condannati in primo grado”.