Disco rosso dalla sesta sezione della Corte di Cassazione, al ricorso presentato dai difensori di Giancarlo Pittelli e Mario Lo Riggio contro la ricusazione del giudice Tiziana Macri’ a presiedere il collegio giudicante nel processo “Rinascita Scott”. La sentenza della Suprema Corte è stata emessa lo scorso 23 marzo. La ricusazione del presidente di sezione nel Tribunale di Vibo Valentia era stata chiesta dalla Dda di Catanzaro poiche’ il giudice, nelle vesti di gip a Catanzaro, aveva disposto dei decreti di intercettazione richiamando nel merito l’associazione mafiosa nell’ambito del procedimento “Rinascita-Scott”. Già lo scorso otto gennaio la Corte d’Appello di Catanzaro aveva accolto la richiesta di ricusazione avanzata dall’antimafia poiche’ Macrì, nelle vesti di gip, aveva fatto valutazioni “nell’ambito del medesimo procedimento inerente l’esistenza e l’operatività delle singole articolazioni di ‘ndrangheta nonche’ i collegamenti esistenti tra le stesse e le posizioni apicali rivestite da Mancuso Luigi, Razionale Saverio, Bonavota Domenico, Accorinti Giuseppe Antonio”, fondata, tra l’altro, sulle “dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, da ultimo Moscato Raffaele e Mantella Andrea” e sul “complesso delle emergenze investigative acquisite fino a quel momento storico”.
Rinascita Scott, confermata dalla Cassazione la ricusazione del giudice Tiziana Macrì
A chiedere la sostituzione era stata tempo addietro la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro