Un sodalizio forte, collaudato, consapevole di mezzi e fini da raggiungere e in grado di portare voti ogni volta che si aprono urne. E ogni volta che c’è Tallini di mezzo. Uno schema vincente. Nell’ordinanza di custodia cautelare domiciliare le conclusioni sono chiare, almeno dal punto di vista accusatorio. L’uomo forte che fa da tramite per i Grande Aracri è Scozzafava ed è lui che interagisce e fa “squadra” con Tallini soprattutto quando c’è da aprire urne. Coinvolgimento del sodalizio quindi non solo nelle Regionali del 2014 ma anche molto più di recente. «L’attività di Scozzafava a favore del Tallini – si legge nell’ordinanza – si protrarrà anche in occasione delle elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale e l’elezione del sindaco di Catanzaro, 11-25 giugno 2017 e soprattutto, per quel che più interessa in questa sede, in occasione delle elezioni regionali del 26 gennaio 2020 e delle elezioni politiche nazionali del 4 marzo del 2018». L’intervento massiccio di consensi è il “prezzo” che si merita Tallini, secondo i magistrati. Perché Tallini si adopera e sa adoperarsi. «Tallini, in cambio di questa sua azione ha ottenuto un considerevole apporto elettorale da parte della cosca ed anche questo avviene per mezzo dello stesso veicolo che ha condotto la cosca nell’affare dei farmaci, ovvero Scozzafava Domenico, il quale, in tutte le conversazioni che intrattiene con Tallini e con altri, si comporta come se fosse proprietario dei consensi che convoglia verso Tallini».
Secondo la Dda, e secondo quanto poi tradotto in ordinanza dal gip, il ruolo del presidente del consiglio regionale è decisamente un ruolo consapevole di quello che persegue e con chi. «Tallini sapeva benissimo cosa stava facendo ed era assolutamente consapevole che stava dando un apporto determinante all’attività del sodalizio, avendone prevista, accettata e perseguita come risultato certo». «Tallini è ben a conoscenza che Scozzafava gli porta voti dagli ambienti ‘ndranghetisti di Cutro, tant’è che è proprio Scozzafava che gli procura gli appuntamenti con soggetti del Crotonese e lo fa nell’aambito di uno scambio di favori che hanno al centro il Consorzio Farmaci».
Chi invece, quasi fino all’ultimo, resta inconsapevole degli attori in campo è il figlio di Tallini, Giuseppe. Coinvolto nelle dinamiche societarie del business dei farmaci ma ignaro che dietro ci fosse il nipote di Nicolino Grande Aracri. E quando lo scopre scandisce al padre più volte il cognome della cosca quasi a volerlo rimarcare.
«Tutto poi sfocerà nelle dimissioni di Giuseppe Tallini – crive il gip – avvenute esattamente un anno dopo, dopo un litigio con il padre e poi rientrate per intervento dello stesso padre e dopo una cena a casa dei Tallini con la presenza di De Sola e Sisca».
I.T.