Sempre più “zona rossa”…

Tamponi che arrivano a vagonate dalla Puglia e che “fotografano” test di più di una settimana fa (con il tracciamento reso impossibile, nel frattempo, fuori controllo). Terapie intensive con la maggiore crescita percentuale del Paese e indice di positività un punto e mezzo sopra la media nazionale

Chissà se ancora qualcuno avrà il coraggio di incitare alla rivolta di piazza, in Calabria, in nome e per conto della “zona rossa” che deve diventare come minimo “arancione”, se non “gialla” del tutto.
I numeri più freschi della pandemia, al netto del vuoto di potere nelle stanze che contano (manca un governatore, un commissario straordinario, tutti i commissari di Asp e ospedali nominati da nove mesi a questa parte sono decaduti compreso il dg alla Salute) dicono tutt’altro. E dicono soprattutto molto altro.
A cominciare dal tracciamento ormai fuori controllo in ogni provincia. Le vagonate di esito su tamponi processati in Puglia (ieri a ricadere sul comprensorio di Vibo e Crotone e oggi su quello di Cosenza) non hanno solo portato ad un naturale incremento dei positivi (ieri più di 600 e oggi quasi 1.000). Ma segnalano semmai che la pandemia di Calabria è letteralmente incontrollabile perché questi test sono stati effettuati almeno una settimana fa (se non dieci giorni del tutto), poi tenuti in frigo conterraneo e infine trasportati in Puglia per essere lavorati. Morale della favola i tanti positivi che da ieri il laboratorio di Bari restituisce nei bollettini di Calabria hanno fin qui incontrato chi hanno voluto e come hanno voluto. Chi mai li ha comunque tracciati e controllati, sia pure in qualche misura? Evidentemente nessuno e in più di una settimana hanno potuto contagiare (con indice Rt all’1,5) almeno il doppio delle persone. Se è andata bene. Quindi non solo la Calabria non ha conosciuto in tempo quasi reale i positivi di una settimana fa ma li ha lasciati scorazzare al punto che ora è impossibile stabilire un percorso di tracciamento. Si arriva così a quasi mille positivi nell’ultimo bollettino ma è del tutto parziale il dato perché vecchio, sostanzialmente, almeno di una settimana. E non è questo certo l’unico elemento che colora sempre più di “rosso” la Calabria.
È qui, infatti, che si registra il maggiore incremento di posti in terapia intensiva in un solo giorno. Il dato passa dal 13 al 34% di posti in terapia intensiva per quanto riguarda i malati Covid, più 21% in un solo giorno. Più di un terzo di tutte le terapie intensive calabresi è già occpuato dai malati Covid, dato questo che piazza la regione in quelle ad alto rischio di diritto tra le 17 che soffrono di più. E non è tutto perché i malati Covid che occupano altri reparti negli ospedali sono, in Calabria, al 43% che è ben sopra la soglia del 40% indicata da Agenas e ministero come limite da non superare. Della serie, soffrono le intensive (limite del 30%, la Calabria è al 34%) e soffrono i reparti.
Il dato poi dei 936 positivi in un giorno (come abbiamo detto, però, frutto degli esiti cumulati in Puglia ma comunque vecchi e quindi non tracciabili) fa fare un bel balzo in avanti alla Calabria nella percentuale nazionale dei positivi quotidiani. Superata la Liguria e il Friuli e avvicinata la Puglia, che è molto più grande e popolata. Basta considerare che la Sicilia, con quasi 10 milioni di abitanti, oggi ha fatto registrare 1.800 casi, meno del doppio della Calabria che pure ha un quinto di popolazione.
Come non bastasse tutto questo ecco l’indice percentuale tamponi-positivi a fare da “ciliegina”. Nel Paese ad oggi la media è del 14,5%, in Calabria del 16%.
Quando le boccettine da Bari avranno terminato il primo giro il numero dei positivi giornalieri vedrà cifre più contenute nei bollettini regionali. Ma sarà effimera la diminuzione e non è diffiicile farsi un paio di domande. Quanta gente avrà contagiato nel frattempo chi solo ieri oppure oggi ha conosciuto dopo 10 giorni la sua positività? E soprattutto, i 5900 tamponi processati nell’ultimo bollettino perché non vengono ripetuti a cadenza giornaliera?
Qualche buontempone che vive i Palazzi di Roma racconta che quando arrivano i dati della Calabria ministri e tecnici si guardano sghignazzando, si nascondono nella mascherina, e passano avanti. Si capiscono senza guardarsi. Il “rosso” è ancora molto forte e abbaglia gli occhi…

I.T.