‘Ndrangheta: il boss Maurizio Cortese collabora con i pm

Maurizio Cortese e’ uno dei 22 arrestati dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e del Ros con l’accusa di essere affiliate alla cosca Serraino della ‘ndrangheta. Nel provvedimento, emesso dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Dda, si contesta il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata ad estorsione aggravata, danneggiamento e minaccia aggravata, porto e detenzione abusiva di armi, intestazione fittizia di beni ed oltraggio. La Dda ha anche disposto il sequestro di beni mobili, immobili e attivita’ commerciali per un valore di un milione e mezzo di euro che erano nella disponibilità della cosca Serraino. ANSA
Il boss Maurizio Cortese, indicato dagli investigatori come il reggente della cosca Serraino, tra le più potenti della ‘ndrangheta, ha iniziato a collaborare con la giustizia. I suoi verbali sono stati depositati in un’udienza legata all’operazione “Pedigree” nell’ambito della quale, nel luglio scorso, il gip, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dello stesso Cortese.
Il capoclan ha deciso di saltare il fosso ed è stato interrogato dal sostituto procuratore della Dda Stefano Musolino che, assieme al procuratore Giovanni Bombardieri e ai pm Walter Ignazitto, Sara Amerio, Paola D’Ambrosio e Diego Capece Minutolo, ha coordinato l’inchiesta “Pedigree”.
    Nella stessa operazione era stata arrestata la moglie Stefania Pitasi, figlia del boss Paolo Pitasi e ritenuta la “portavoce” del marito nei lunghi periodi di detenzione.
    Attraverso i colloqui con la moglie e grazie ad alcuni cellulari fatti entrare illecitamente nel carcere di Torino, Cortese riusciva a dare indicazioni agli affiliati e a gestire gli affari della cosca Serraino.
    Il nuovo collaboratore di giustizia è stato già condannato in via definitiva nel processo “Epilogo” e dopo un periodo di latitanza, nel 2017 era stato catturato dalla squadra mobile e dai carabinieri. Oggi quarantenne, stando alle indagini, Maurizio Cortese era riuscito a scalare le gerarchie della cosca Serraino intrattenendo legami anche con gli esponenti delle altre famiglie di ‘ndrangheta come i Labate detti “Ti Mangiu” e Gino Molinetti dei De Stefano-Tegano, recentemente arrestato nell’ambito dell’operazione “Malefix”. (ANSA).