Emergenza Annunziata: “rimuovere il commissario Panizzoli”

Nuovo affondo delle sindacaliste FP Cgil, Gagliardi e Sciolino: la crisi era prevedibile, perché il management dell'ospedale non ha fatto niente?

“L’emergenza che sta investendo il comparto sanitario calabrese era una situazione in larga parte prevedibile che ripropone, aggravate, criticità identiche a quelle dei mesi scorsi. II pronto soccorso e i reparti sono strapieni e anche i dati delle Terapie intensive sono in rapidissima ascesa. Il problema principale rimane la cronica carenza di personale nelle corsie e sul territorio, frutto di anni di scelte miopi, di tagli e di scarsa valorizzazione delle risorse umane.
Solo che nulla è stato fatto in questi mesi da chi aveva la possibilità e la responsabilità di agire. È vergognoso e imbarazzante apprendere che l’Azienda ospedaliera di Cosenza aveva fondi per un ammontare complessivo di €2.850.500,00 già stanziati e disponibili per assumere il personale necessario a fronteggiare la pandemia da Sars Covid 2 e ne ha speso solo una piccola parte – €557.349,68 – lasciando parcheggiate il grosso delle risorse nel pieno di una emergenza sanitaria con una curva epidemica in continua ascesa.
Adesso pretendiamo di sapere dove sono finite quelle risorse, perché non è stato potenziato il laboratorio di Virologia, per quale oscuro motivo risulta ancora inutilizzato il plesso ospedaliero del Mariano Santo benché da poco ristrutturato e messo a norma, perché non si è investito sul personale, in attrezzature e dispositivi di protezione pur sapendo quello che sarebbe successo. Lo facciamo consapevoli che sono domande che rimarranno senza risposta così come senza risposta sono rimaste le istanze e le rivendicazioni, ma anche i suggerimenti e le proposte di collaborazione, che la Cgil FP ha rivolto in questi anni alla direzione ospedaliera in un contesto di relazioni sindacali caratterizzate da ostilità e sarcasmo. Avremmo dovuto essere in grado di non ripetere vecchi errori: le numerose denunce delle organizzazioni dei lavoratori in difesa della salute dei cittadini e dei diritti dei lavoratori sono rimaste inascoltate e ora stiamo pagando le conseguenze di scelte che nulla avevano a che vedere con la medicina mentre molto avevano a che fare con una classe dirigente che ha utilizzato la sanità come merce di scambio elettorale su cui costruire carriere.
Nonostante i continui messaggi di allarme lanciati dalla nostra categoria sulla mancanza di medici, infermieri e operatori sociosanitari, è mancata una razionale programmazione del comparto. Oggi le aziende non hanno personale, il concorso per Oss all’ospedale è fermo alla fase preselettiva, le poche graduatorie esistenti sono ferme da anni e anche quando vi si attinge, come sta accadendo in questo momento, bisogna scontrarsi contro scelte irrazionali e contraddittorie. L’assunzione di medici e infermieri a tempo determinato per il periodo emergenziale rende meno attrattivo il posto di lavoro per chi è giovane e relativamente inesperto e non fa che riproporre vecchi sistemi. Pensare di gestire l’emergenza chiedendo atti di eroismo a medici e infermieri è sbagliato e inutile. Non fa che aumentare la pressione sul personale sanitario già allo stremo delle forze.
I resoconti che ascoltiamo dai lavoratori raccontano una situazione insostenibile: il Pronto Soccorso sovraccarico, percorsi Covid mancanti o inadeguati creati con l’ingegno di qualche operatore e con metodi artigianali, pazienti positivi e negativi visitati negli stessi spazi, scarsa organizzazione che rischia di compromettere la qualità delle cure e dell’assistenza ai pazienti. E ovviamente sono a rischio anche i lavoratori che non sono “protetti” come si dovrebbe non soltanto con le tute e le maschere ma anche con un monitoraggio continuo attraverso screening tampone/esame sierologico.
Insomma: il resoconto di uno scenario di guerra che porta a responsabilità precise che hanno nomi e cognomi. Il governo si assuma la responsabilità di sollevare dall’incarico la commissaria dell’Azienda ospedaliera, Panizzoli e tutti i suoi collaboratori. È di questi signori la responsabilità di avere accompagnato nel baratro un ospedale hub, punto di riferimento per una delle province più grandi del Paese.
Il prossimo martedì 17 novembre, è previsto l’incontro in Prefettura per fare il punto sullo stato di agitazione che abbiamo indetto con Cisl e Uil per il personale del comparto e della dirigenza medica dell’Annunziata. Anche in quella sede ribadiremo la necessità di un cambio di rotta sostanziale nella governance della sanità ripartendo da diritti, rispetto delle norme, sicurezza e contratti.
Un’ultima preghiera la rivolgiamo al sindaco Occhiuto. Il momento è difficile e sarebbe meglio evitare uscite imbarazzanti. L’istituto Inrca può essere utilizzato solo per accogliere pazienti ordinari e non i Covid-positivi. In molti hanno dimenticato, ma non noi che l’abbiamo denunciato pubblicamente, che l’Istituto necessita di investimenti strutturali e sulle dotazioni tecnologiche tali da garantire una efficace prestazione sanitaria. Ma questo un primo cittadino dovrebbe saperlo…” Così in una nota stampa la segretaria generale Fp Cgil Cosenza, Teodora Gagliardi e per la segreteria regionale Fp Cgil, Franca Sciolino.