Rissa di ferragosto a Diamante, i 4 fermati al gip: “Siamo stati aggrediti”

Secondo una prima, parziale ricostruzione, alla base dell'aggressione il rifiuto del gestore di un locale di far accomodare i 4

Una storia tipica da soap opera. Se non avesse i contorni tipici di una vicenda terribilmente seria. Quella della bravata dei quattro giovani cosentini finiti a Diamante il giorno di ferragosto, contornata di aggressioni, pugni e pistole varie. Solo che i quattro, dinanzi al gip, negano tutto e affermano: “Siamo stati aggrediti e malmenati”. La storia a tutta pagina è riportata dal “Quotidiano del sud” e lascia supporre un finale inaspettato. Si, perché il giovane che viene immortalato con la pistola, Cristian Mirabelli, racconta un’altra storia. Come un’altra storia racconta Cristian Ruffolo, fermato ben lontano dal luogo dell’aggressione, dove sarebbe stato malmenato da persone che non si sono identificate e poi portato in caserma. Dinanzi al magistrato uno di loro, Massimiliano La Falce, nega addirittura di essere arrivato in riva al Tirreno con gli altri tre. Insomma, secondo quanto raccontano i quattro (l’ultimo è Fabio Pezzulli), testimonianze raccolte dai legali dei giovani, Luca Acciardi e Aldo Cribari, sarebbero stati aggrediti da una decina di persone, che non hanno dato tempo né di spiegare e né di difendersi. Alla base della storia il rifiuto del giovane del locale diamantese di far mangiare i quattro perché il locale era chiuso. Il gip si è riservato di decidere. Al vaglio del magistrato, i fatti accaduti dal momento del diniego, sino ad arrivare al fermo dei giovani da parte dei militari e, stranamente, di civili. Tutto ancora da ricostruire.

A. T.