Meno “trippa”, qualche “gatto” in più (che magari non t’aspetti) e soprattutto più performance, più servizi e prestazioni da erogare. Questo ha passato il convento e questo hanno firmato (cioè portato a casa) le aziende titolari delle strutture sanitarie private che agiscono su convenzione all’interno del territorio dell’Asp di Cosenza. Proprio all’interno del Palazzone di via Alimena, a Cosenza, la ritualità della sigla dei contratti alla presenza del commissario Saitta. Confermato il sia pur lieve taglio delle risorse e confermata la richiesta invece di offrire più prestazioni in regime di accreditamento, siano esse per spedalità privata che per rete ospedaliera. Meno scontata invece la presenza di più attori nello stesso campo da gioco ma tant’è, questo c’era da portare a casa e questo hanno sostanzialmente fatto le aziende. Naturalmente il budget messo a disposizione, da quanto è potuto trapelare, non solo scontenta in linea generale il tessuto imprenditoriale privato-convenzionato quanto, cosa ben più densa di significato questa, serve a poco o a nulla all’interno della lotta alla cosiddetta emigrazione sanitaria. Con un po’ meno di risorse a disposizione e più servizi da erogare dovrebbe diventare piuttosto complesso invece rilanciare il settore complessivamente così da renderlo competitivo al punto da scoraggiare le partenze fuori regione dei pazienti. Ma è questa una battaglia che evidentemente sta più a cuore sul piano mediatico che su quello sostanziale, almeno questo è l’umore che ne viene fuori dopo la firma dei contratti. Partita questa che non può prescindere da una rivisitazione generale dei budget messi a disposizione dai vertici della sanità di Calabria. Ancora commissariata, e qui le candeline stanno per diventare dieci. Due lustri non semplici, troppo spesso con il barometro solo verso il basso…
I.T.
