Incendio questa mattina poco dopo l’alba, nella nuova tendopoli di San Ferdinando. Il bilancio è di un morto e di una tenda distrutta e altre parzialmente danneggiate. A perdere la vita Sylla Noumo, di 32 anni, senegalese. Immediati i soccorsi dei vigili del fuoco e dei sanitari. Ma non c’è stato nulla da fare per salvare la vittima dal rogo.
Sul posto anche le forze dell’ordine, polizia e carabinieri che stanno procedendo ad espletare tutte le attività per comprendere la dinamica dell’incidente
Dopo lo smantellamento della vecchia tendopoli sono sono 840 i migranti presenti nella tendopoli. Tende messe a disposizione dalla Prefettura e che sulla carta sarebbero dovuto essere ignifughe.
La tendopoli, gestita dalla Caritas, è stat realizzata alcuni anni fa dalla Protezione civile, è infatti, attrezzata, con presenza di servizi igienici e presidi sanitari, ed è vigilata. All’inizio di marzo, la struttura è stata ampliata per consentire il trasferimento di una parte dei migranti che viveva nella baraccopoli – una struttura fatiscente fatta di baracche in lamiera, plastica e cartone – sorta a poche centinaia di metri e che è arrivata ad ospitare, nel periodo invernale della raccolta degli agrumi, anche 3.000 persone.
Tende o baracche si continua a morire, soprattutto nei mesi invernali quando i migranti per riscaldarsi accendono fuochi.
Sull’accaduto indaga il commissariato di Gioia Tauro diretto dal primo dirigente Diego Trotta. Il prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, ha convocato a San Ferdinando una riunione tecnica di coordinamento con le forze dell’ordine, successivamente alle ore 10 incontrera’ la stampa nella sede municipale.
A San Ferdinando nella vecchia tendopoli sono morti Sekine Traoré (ucciso da un colpo di pistola esploso da un carabiniere), Becky Moses, Surawa Jaithè, Ba Moussa. Lì viveva anche Soumaila Sacko, ucciso a San Calogero mentre cercava lamiere per una baracca.