Un migliaio di persone partecipano a Reggio Calabria al corteo indetto dal sindacato Usb in memoria di Soumayla Sacko, il sindacalista maliano ucciso all’ex fornace di San Calogero, nel vibonese, mentre accompagnava dei compagni migranti a prelevare delle lamiere per la baraccopoli di San Ferdinando.
Alla manifestazione, indetta dal sindacato Usb, partecipano tra gli altri il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà e il sindaco di Riace Domenico Lucano.
Il corteo è partito in ritardo da piazza De Nava, dove i partecipanti sono stati raggiunti da una folta delegazione di braccianti di San Ferdinando, e si è snodato sul Corso Garibaldi fino a piazza Italia.
Sindaco Riace: sinistra deve avere una sola voce
“Oggi è un giorno triste ma che cosa ci rimane se non fare sentire la voce delle piazze, la voce delle persone che ancora ci credono, nella giustizia, nei diritti”. Lo ha detto il sindaco di Riace, Domenico Lucano, partecipando oggi a Reggio Calabria al corteo in memoria di Soumalya Sacko.
“Quello che sta avvenendo adesso in Italia – ha aggiunto Lucano – è la conseguenza dei problemi e della morte di questo ragazzo e anche di Becky qualche mese prima. E’ facile salire sul carro dei vincitori, ma noi vogliamo stare con la base, sempre. Voglio tramettere un messaggio, che la sinistra deve avere una sola voce, non delle poltrone o spazio politico, ma di rappresentare i diritti degli ultimi, questa è la vera mission”.
“E’ un governo vigliacco, fino ad oggi che cosa abbiamo visto? Che sono forti con i deboli, basta”.
Queste le parole del sindaco di Riace, alle domande dei giornalisti che gli chiedevano un giudizio sul ministro Salvini.
“La voce del governo – ha aggiunto Lucano – si è atta sentire solo per creare odio nella popolazione verso i Rom e verso i rifugiati. Non ci sono altri temi, il resto è secondario. Questo vedo, e questo e’ un atteggiamento di una politica vigliacca perche’ forte con i deboli”.
L’ULTIMO SALUTO A SOUMAILA LE PAROLE DI SOUMAHORO
Il corteo si è trasformato in un ultimo saluto collettivo per Soumaila Sacko, la cui salma partirà lunedì da Lamezia Terme destinazione Mali, dopo una lunga sosta a Fiumicino. “Siamo qui oggi non in base al colore della pelle ne’ alla provenienza geografica – ha detto Aboubakar Soumahoro del coordinamento lavoratori agricoli Usb – ma da sfruttati che gridano no agli sfruttatori, in una regione saccheggiata senza pietà. Soumaila era un agricoltore costretto dai cambiamenti climatici a lasciare il Mali. Ha voluto fermarsi qui, per coltivare la terra con gli altri lavoratori, stando dalla loro parte, organizzandoli insieme all’Usb. Un bracciante, un uomo, un sindacalista, un padre, un compagno. Tre cose ci ha chiesto la sua famiglia: verità e giustizia per la sua fucilazione; il ritorno della salma in patria; la continuazione del suo impegno sindacale. Noi stiamo esaudendo le loro richieste e non ci fermeremo, perché abbiamo sete e fame di diritti”.
Soumahoro si è poi richiamato alla situazione politica italiana: “Viviamo in un contesto nel quale 7 milioni di persone sono colpite dalla povertà, la stragrande maggioranza al Sud. Alcune forze politiche rispondono scatenando una campagna di odio, di caccia alle streghe, facendo credere che così rialzeranno il Pil. Ovviamente è falso. Loro seminano odio, noi speranza e umanità. Noi, gli schiavi delle campagne, i precari, i disoccupati, siamo tutti nella stessa condizione e vogliamo rompere le catene dello sfruttamento. Perché schiavi mai, siamo uomini e donne liberi e andremo avanti a testa alta”.