Comune di Sorbo San Basile, uno de tanti municipi calabresi sciolti per mafia, il Tar de Lazio respinge il ricorso dell’amministrazione comunale e conferma il provvedimento del governo.
Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Paolo Gentiloni, aveva deliberato a giugno dello scorso anno lo scioglimento del Consiglio comunale di Sorbo San Basile per infiltrazioni della criminalità organizzata.
L’accesso antimafia che aveva portato allo scioglimento dell’ente era stato disposto dal prefetto di Catanzaro, Luisa Latella, su delega del ministro dell’Interno, sulla base di una serie di elementi che avevano portato ad ipotizzare condizionamenti da parte della ‘ndrangheta nell’attività dell’ente e dopo l’assassinio di un imprenditore, Santo Gigliotti, di 57 anni, avvenuto il 18 luglio del 2016.Dalle indagini sull’omicidio era emerso, tra l’altro, che l’imprenditore era stato arrestato nel 2006 con l’accusa di avere ospitato un latitante di ‘ndrangheta, Giuseppe Arena, considerato uno dei capi dell’omonima cosca.
Una figlia di Santo Gigliotti, Daria, era assessore comunale. Sindaco di Sorbo San Basile é Luigi Riccelli, eletto nel 2015 e che in passato era già stato primo cittadino.
Si legge in sentenza:
“I legami con la-OMISSIS-del padre dell’Assessore, più volte inquisito per mafia, anche se mai condannato, trovano poi ulteriore riscontro nel legame affettivo della sorella della sig.ra -OMISSIS- con un esponente di spicco della suddetta cosca, oggi detenuto al 41 bis per il reato di associazione mafiosa.Per quanto sopra osservato devono respingersi le censure proposte con l’unico articolato motivo, rilevando, conclusivamente, che il provvedimento risulta adeguatamente sostenuto da un quadro fattuale d’insieme attestante il rischio di condizionamento da parte della criminalità organizzata e comprovato da prassi amministrative poco trasparenti, ove non decisamente illegittime, che, sebbene anche precedenti alla gestione nella quale sono stati coinvolti gli odierni ricorrenti, non risultano essere state in alcun modo bloccate, contrastate e/o sovvertite dalla amministrazione subentrante.La giurisprudenza è, peraltro, consolidata nel ritenere, dato il carattere preventivo del provvedimento, non necessaria l’individuazione di condotte individuali penalmente rilevanti o suscettibili di applicazione di misure di prevenzione, essendo sufficiente delineare un quadro indiziario di condotte plausibilmente frutto di condizionamento mafioso”.