Migrante ucciso, inquirenti: killer era già sul posto

Questa mattina manifestazione di protesta degli amici di Soumaila Sacko, assassinato la scorsa notte a San Ferdinando

Soumaila Sacko
Soumaila Sacko

La persona che ha sparato i quattro colpi di fucile da una settantina di metri, letali per Soumaila Sacko, il ragazzo 30enne del Mali ucciso ieri a San Calogero, nel Vibonese, era già sul posto quando la vittima è arrivata nella fabbrica dismessa di San Calogero insieme con due connazionali.

Questo è quanto emerso dai rilievi effettuati dai Carabinieri della compagnia di Tropea che conduce le indagini. Gli inquirenti non formulano al momento un’ipotesi precisa, ma le indiscrezioni portano alla criminalità organizzata per cui Soumalia potrebbe aver pagato una “invasione di campo” commessa quando, insieme con due connazionali, ha tentato di portar via delle lamiere dalla fabbrica dismessa in cui e’ avvenuta la tragedia. I tre migranti, tutti con regolare permesso di soggiorno, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, stavano raccogliendo materiale nell’area dell’ex fornace “La Tranquilla” del centro del Vibonese, quando un uomo è sceso da una Fiat Panda premendo quattro volte il grilletto di un fucile. La fabbrica e’ sotto sequestro da dieci anni per cui non esiste nessun proprietario che possa lamentare il furto del materiale abbandonato.

Soumalia era iscritto al sindacato Usb e viveva in una baraccopoli che ospita centinaia di persone nella vicina San Ferdinando. Il suo impegno era dedicato alla difesa dei diritti dei braccianti agricoli sfruttati nella Piana di Gioia Tauro e costretti a vivere in condizioni fatiscenti in baraccopoli o nella tendopoli di San Ferdinando allestita dalla Protezione Civile. Per oggi l’Unione Sindacale di Base ha indetto una giornata di sciopero dei braccianti agricoli. Per prevenire possibili disordini, la zona è presidiata dalle forze dell’ordine.

Nel 2010, il ferimento di un immigrato innesco’ una rivolta sedata a fatica dalle forze di polizia, mentre nel gennaio scorso una giovane donna mori’ in un rogo nella tendopoli. L’area, meta stamane di molti giornalisti, è interdetta a chiunque tenti di avvicinarsi.

 

LO SCIOPERO DEI BRACCIANTI

Un centinaio di immigrati manifesta stamane fuori dalla tendopoli, esponendo uno striscione di cartone con la foto del giovane migrante ucciso ieri. Circa 150 persone, braccianti extracomunitari ospitati nella tendopoli di San Ferdinando, si sono diretti verso la sede del Comune. Nel piccolo centro della Piana di Gioia Tauro da ieri è in atto una protesta dopo l’uccisione del giovane bracciante assassinato nella vicina San Calogero . Nella notte i dimostranti hanno incendiato rifiuti e copertoni e stamane hanno bloccato l’accesso alla tendopoli con alcuni cassonetti dell’immondizia posizionati sulla strada d’accesso. Il sindacato Usb, a cui il giovane ucciso era iscritto, ha proclamato per oggi uno sciopero dei braccianti impegnati nelle aziende agricole di tutta la Piana. L’evoluzione della situazione e’ seguita dalle forze dell’ordine. Non si sono comunque registrati disordini di rilievo. I migranti rivendicano condizioni di vita migliori. Dallo scorso agosto, comunque, circa 500 di loro sono ospiti di una tendopoli attrezzata, allestita dalla Protezione Civile regionale dopo l’incendio della vecchia struttura, costato la vita ad una donna.

CHIEDIAMO GIUSTIZIA

“Chiediamo giustizia. Soumaila Sacko era padre di una bambina di 5 anni e aveva una moglie in Mali”. A parlare per tutti e’ stato uno dei suoi amici, rivendicando condizioni di vita migliori per i braccianti immigrati del comprensorio. Una delegazione è stata ricevuta al Comune. Fra l’altro, i dimostranti lamentano di non avere da due giorni l’acqua nella nuova tendopoli allestita nell’agosto scorso dalla Protezione Civile regionale.