L’analisi della gestione finanziaria di competenza mostra un avanzo di 4,8 milioni di euro nel 2015 (-50 per cento sul 2014) e di 3,8 milioni di euro nel 2016 (-20 per cento sul 2015), in diminuzione a causa dal peggioramento del saldo delle poste di parte corrente.
Le entrate correnti, complessivamente considerate, sono in diminuzione passando da 19,49 milioni di euro nel 2014 a 17,72 milioni di euro nel 2015 a 15,14 milioni di euro nel 2016. In particolare, le entrate proprie risultano in diminuzione del 30 per cento nel 2015 rispetto all’esercizio precedente, evidenziando, invece una ripresa nel 2016 del 6,8 per cento. Tale scostamento è dovuto, principalmente, alla riduzione dell’entrate da tasse di ancoraggio.
Tra le entrate correnti si evidenzia, inoltre, nel 2016, l’azzeramento dei trasferimenti da parte della Regione per 3 milioni di euro, erogati una sola volta nel 2015, mentre nelle entrate di parte capitale, si registra un importante incremento (216 per cento sul 2015) relativo alle erogazioni dallo Stato per 5,84 milioni di euro a titolo di fondo perequativo per le manutenzioni straordinarie.
Pure di rilievo strategico appare la recente approvazione del decreto MIT del 13 luglio 2017 con il quale si autorizza l’Ente portuale all’organizzazione amministrativa e alla gestione di Zone economiche speciali (ZES) nei porti, con l’intento di favorire lo sviluppo delle imprese collegate alla logistica marittima. Con riferimento all’attività autorizzatoria, l’AP ha comunicato che nel 2016 sono state autorizzate rispettivamente allo svolgimento delle operazioni portuali 10 imprese nel 2016 e 7 imprese nel 2015, allo svolgimento dei servizi portuali 9 imprese nel 2015 e 11 imprese nel 2016. Due imprese sono risultate nel biennio in esame titolari di concessioni strategiche per l’attività del porto, per valore e rilevanza, ai sensi dell’art. 18 della l. n. 84 del 1994. Si esprimono perplessità riguardo alle procedure di conferimento di aree demaniali marittime, ai sensi dell’art. 18 del d.p.r. n. 328 del 1952, anche tenuto conto di quanto evidenziato in passato da questa Corte e, più di recente, dal Consiglio di Stato relativamente alla esigenza di utilizzare, per queste tipologie di rapporto concessorio, procedimenti di gara comunitaria in quanto garantiscono, in maggior misura, la trasparenza dell’azione amministrativa.
L’AP ha, recentemente, avviato un’istruttoria amministrativa tesa a verificare il rispetto degli impegni da parte della principale società concessionaria e riguardante la conferma o la revoca della concessione.
Se ne attendono gli esiti. Con riferimento alla gestione del demanio marittimo, si registra la rilevante diminuzione degli accertamenti dei canoni demaniali che passano da oltre 4 milioni di euro nel 2013 a 2,57 milioni nel 2016. Si ritiene urgente adeguare le procedure di rilevazione dei canoni demaniali alle previsioni del sistema informativo del demanio (SID), così come ripetutamente sollecitato dal MIT77 e dal Collegio dei revisori dei conti. La capacità di riscossione dei canoni demaniali si attesta al 67 per cento nel 2015 ed al 68,73 per cento nel 2016.
Le entrate da canoni demaniali costituiscono, rispettivamente, il 13,72 per cento nel 2015 ed il 11,64 per cento nel 2016 delle entrate correnti dell’AP. Il Collegio dei revisori dei conti e il MIT hanno evidenziato criticità legate sia all’assegnazione, sia alla riscossione, sia alle procedure di rinnovo dei titoli concessori con possibili impatti economici negativi per l’AP. Con riferimento alle norme di contenimento della spesa il Collegio dei revisori ha certificato il rispetto 77 Note del 22 febbraio 2018 e del 6 aprile 2018. 77 Corte dei conti – Relazione sull’Autorità portuale di Gioia Tauro esercizi 2015 – 2016 dei limiti di legge e degli obblighi di riversamento alle casse dell’erario. Per quanto riguarda il personale, nel 2016 risultano in servizio 26 unità, di cui 3 dirigenti, 5 quadri e 18 impiegati; si evidenzia l’esigenza di superare l’affidamento ad interim dei compiti di Segretario generale. In tale contesto appare utile ribadire l’obbligo per l’AP, ente pubblico non economico, di rispettare puntualmente le disposizioni normative in materia di reclutamento del personale con qualifica dirigenziale e non dirigenziale e l’adempimento degli obblighi di trasparenza e anticorruzione, controllo di gestione e valutazione della performance amministrativa.
Si sollecita, poi l’adozione di un adeguato piano della performance e la nomina dell’OIV.
Alla luce di quanto emerge dai prospetti contabili e dal contenzioso in essere, nell’ottica di una sana e prudente gestione, l’Ente dovrebbe procedere ad effettuare prudenziali accantonamenti in bilancio per passività la cui esistenza è quantomeno probabile.
Per quanto attiene alle società partecipate si evidenzia che l’AP, al fine di garantire la sicurezza del porto, ha costituito, ai sensi dell’art. 6 c. 6 della l. n. 84 del 1994, una società di cui è socio unico, denominata Gioia Tauro port security s.r.l. che si occupa della gestione e del controllo degli accessi al varco portuale e i cui rapporti con l’AP sono disciplinati da apposito contratto di servizio sottoscritto il 9 marzo 2009. Il valore della partecipazione, di cui è stato motivato il mantenimento, al 31 dicembre 2016 è di euro 10.000.
L’AP ha, inoltre, costituito e disposto la propria partecipazione per un periodo massimo di trentasei mesi, alla Gioia Tauro port agency s.r.l. allo scopo di provvedere alla somministrazione del lavoro in porto e di riqualificare e ricollocare professionalmente i lavoratori in esubero dell’impresa concessionaria. In adempimento al dettato normativo di cui all’art. 24 del d.lgs. 8 agosto 2016, n.175, l’AP ha adottato il Piano di ricognizione straordinaria delle partecipazioni societarie, che è stato pubblicato nell’apposita sezione del sito istituzionale della AP medesima, nel quale è stato motivato mantenimento della partecipazione nella Gioia Tauro port security s.r.l..
L’AP deve continuare a monitorare costantemente sia l’efficienza e (soprattutto) l’economicità dei servizi affidati alle sopra richiamate società, sia il mantenimento dell’equilibrio economico e finanziario, così da prevenire eventuali risultati economici negativi o crisi di liquidità che si riverberebbero negativamente sul proprio bilancio, nonché che sia data piena e puntuale attuazione alle prescrizioni degli artt.5, 20 e 24 del d.lgs.n.175 del 2016, con la trasmissione a questa Corte degli atti concernenti le partecipate.