Anche il Consiglio di Stato ha confermato in sede di ricorso cautelare l’interdittiva antimafia per la ditta “Italcostruzioni srl” di Siderno.
Già il Tar aveva detto che il provvedimento prefettizio dello scorso anno, invero ben due, era corretto. La società aveva in passato operato nel settore edile aggiudicandosi numerosi appalti pubblici sia in Calabria che in Toscana, lavorando con enti e Comuni.
Si legge nell’ordinanza cautelare del Consiglio di Stato:”Considerato che:
– contrariamente a quanto dedotto, l’ordinanza appellata ha adeguatamente circostanziato e ben lumeggiato gli elementi contraddistinti da pregnante valenza indiziaria che, nell’ambito di una visione di insieme, corroborano le valutazioni poste a fondamento dell’informativa interdittiva impugnata in primo grado; la trama dei rapporti familiari, tra cui spicca la figura del padre del titolare dell’azienda appellante, organico alla cosca di ‘ndrangheta operante sul territorio di riferimento, lungi dall’assume un valore meramente neutro, si riflette nella dinamica delle iniziative aziendali qui in rilievo essendo riferibile al medesimo nucleo familiare ulteriori aziende, parimenti colpite da interdittiva antimafia e tra loro in rapporto di collegamento qualificato, sì da far emergere un complessivo quadro di cointeressenze personali ed economiche, non dissipato dagli argomenti dell’appellante, e tali da far ritenere probabile le ritenute contaminazioni ed interferenze con la criminalità organizzata; a tale quadro non può dirsi estraneo il ricorrente non rivelandosi dirimente la formale cessione delle quote delle imprese societarie-OMISSIS- e della -OMISSIS- siccome operate – come condivisibilmente rilevato dal giudice di prime cure – in favore di stretti congiunti e con tempistica sospetta rispetto all’emissione delle precedenti interdittive; le spese della presente fase cautelare seguono la soccombenza e vanno liquidate come da dispositivo; Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Terza), respinge l’appello cautelare”