Sono diversi gli episodi di presunta corruzione ed abuso d’ufficio che la Procura di Cosenza contesta ai tre dirigenti del Comune coinvolti in una delle due operazioni effettuate oggi dalla guardia di finanza.
Nell’ordinanza si legge di un caso in cui il dirigente del settore personale, ambiente e ciclo dei rifiuti, Arturo Mario Bartucci, avrebbe utilizzato l’impresa dell’imprenditore Francesco Amendola per alcuni lavori edili effettuati a casa della figlia, in maniera gratuita.
Alla ditta dell’Amendola poi Bartucci aveva affidato diversi lavori, per più di 230.000 euro. In diverse intercettazioni si sente Bartucci “mercanteggiare” con Amendola, il quale, una volta, aveva anche telefonato al Comune e, parlando con una collaboratrice di Bartucci, si era lamentato delle sue continue pretese, dicendo, in dialetto, “mi deve lasciare stare, io devo lavorare, non posso perdere tempo con la scrivania, il piede e queste cose”.
Il riferimento era al montaggio di una scrivania, per il quale sarebbe stato chiesto insistentemente (e gratis) l’intervento di un operaio.
Degli altri due dirigenti, l’architetto Domenico Cucunato, in carica fino al febbraio 2016 al settore infrastrutture, e l’ingegnere Carlo Pecoraro, si cita di come avrebbero certificato come urgenti i lavori di installazione delle luminarie festive, per più di 600.000 euro in totale, affidandoli ad una ditta specifica e aggirando le procedure previste dalla legge. In diverse occasioni i lavori furono spezzettati, per far ricadere ogni troncone di appalto sotto la soglia dei 40.000 euro. Stessa procedura sarebbe stata eseguita anche per l’apertura del canile di Donnici. Una procedura d’urgenza non legittima sarebbe stata utilizzata anche per lavori al cimitero di Cosenza, per riparazioni agli impianti idrici comunali, agli uffici giudiziari e a quelli del Giudice di pace.