La Soa Hi Quality perde anche il ricorso al Tar del Lazio contro la decadenza disposta dall’Anac dalle società che possono rilasciare certificazioni alle imprese edili. “Ciò a dimostrare che le iniziative intraprese dalla Soha Hi Quality non erano esaustive e complete per eliminare, nella sostanza e come necessario, le commistioni di vario tipo riscontrate dall’ANAC. Alla luce di quanto dedotto, quindi, il ricorso non può trovare accoglimento.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Prima), definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo respinge”.
Dopo il caso Axsoa, la scure dell’Anticorruzione si era abbattuta su un’altra società di attestazione delle imprese edili. A finire nel mirino dell’Autorità guidata da Raffaele Cantone questa volta è la Soa Hi Quality, società con sede legale a Roma, ma con direzione generale a Gioia Tauro e San Ferdinando e basi a Catanzaro e Brescia. Come con Axsoa, il procedimento dell’Autorità si è concluso con la revoca dell’autorizzazione a rilasciare i certificati alle imprese edili.
Il che significa che Soa Hi Quality non potrà più operare nel mercato dei certificati di accesso alle gare per i lavori pubblici. Insieme alla revoca la Soa (cui resta ora la strada del ricorso al Tar) ha anche ricevuto una “multa” da 30mila euro. Con un’attività di indagine svolta in proprio e basata in aggiunta sugli elementi forniti dalla Guardia di Finanza (anche in merito a un’inchiesta penale parallela) l’Autorità ha contestato ai vertici della Soa un sistema rodato di false attestazioni legato al “business” della compravendita dei requisiti per permettere l’accesso al mercato dei lavori pubblici anche a ditte che non ne avrebbero avuto titolo, attraverso il meccanismo delle false cessioni di ramo d’azienda, che sono state al centro anche della maxi-inchiesta Axsoa. Nel procedimento portato avanti dall’Autorità sono stati anche mossi pesanti rilievi sull’attività svolta da una rete di promotori , in violazione delle regole del codice appalti a presidio dell’indipendenza e della trasparenza delle società di attestazione.
Un peso non marginale nelle valutazioni dell’Anac ha avuto poi il tema del conflitto di interessi rilevato in capo a una serie di consiglieri di amministrazione (e soci della Soa) risultati anche titolari di quote di capitale di imprese attive nel settore delle costruzioni. Alla luce di queste risultanze il Consiglio dell’Autorità ha deliberato (con il provvedimento n. 493/2017, depositato giovedì 18 maggio) di togliere alla Soa la possibilità di continuare a lavorare nel campo delle certificazioni per i lavori pubblici, revocando l’autorizzazione rilasciata nel 2001 dalla vecchia Avcp. In base agli ultimi dati disponibili, alla Soa Hi Quality fanno ancora riferimento i certificati di oltre 800 imprese edili. Un numero sufficiente a farne una delle prime dieci realtà di questo particolare mercato.