Dal freddo il sangue non diventa fluido nemmeno con il Cumadin. Ne fa uso tutti i giorni la mamma di una bambina che a sua volta ha problemi seri agli occhi e per un po’ non si congelano le lacrime lì dentro. Oltre la pena, ben oltre. Il solaio cade a pezzi, la base dei muri è ripostiglio agevole per insetti e umidità. Delle tapparelle manco a parlarne, a malapena si chiude qualche finestra ovviamente supportata da un pezzo di ferro a fare da protesi. Pochissimi gradi fuori, anche sottozero dentro e nessuno si azzardi a parlare di caldaie o radiatori bollenti.
Anno 2023, Cosenza. Tutto sommato nel ventre della città, in pieno centro, a qualche centinaia di metri vetrine con vestiti da mille euro. Non Beirut bombardata e nemmeno Aleppo o Istanbul con scosse da 7,5 gradi. Ma appartamenti cosiddetti da “abitazione sociale” che il Comune prende in fitto da anni da un costruttore (nella fattispecie questo è palazzo Pianini, dietro via Riforma, ci abitano 4 famiglie) così da concederli ai bisognosi. L’edilizia popolare, l’Aterp per farla breve, non ha case per tutti e non da oggi cosicché il Comune da diverso tempo cerca e trova soluzioni che rientrano sempre all’interno dell’edilizia sociale. Ma a giudicare dalle foto inquietanti che immortalano condizioni pietose degli immobili oggi come oggi dormire in tenda o in una macchina sarebbe persino meglio. Più dignitoso. Non è dato sapere di chi sia la piena responsabilità di una così evidente inciviltà. Con ogni probabilità il Comune riconosce all’imprenditore il diritto-dovere della manutenzione degli immobili che concede in canone, il contratto a noi è sconosciuto ma di solito funziona così. Ma il Comune, e non da oggi perché la vicenda va indietro negli anni, non deve in ogni caso controllare che lo stato di civiltà delle case sia più o meno garantito? Come la si gira e la si rigira la questione una soltanto rimane: si può vivere in queste condizioni nel 2023?
Cosenza, anno 2023. Si può vivere in queste condizioni?
Le foto sconcertanti che ritraggono abitazioni "sociali" che il Comune fitta da anni in canone da un imprenditore. Condizioni igienico sanitarie ben oltre la civiltà