“Tutelare i beni comunali, siano essi materiali (palazzi, infrastrutture, impianti) o immateriali (reputazione e storia comunitaria), significa difendere il patrimonio distintivo della nostra città.
È di tutta evidenza che l’attuale Sindaco, il quale ha dimostrato di non amare e non conoscere la storia della città che si è ritrovato ad amministrare per ben due volte, tenta maldestramente di mortificarla e interpretarla a fini denigratori di chi questo nostro paese – i nostri genitori con amore, passione, maestria, sapienza e lungimiranza fuori dal comune almeno in Calabria – lo ha reso una splendida realtà.
Le ultime iniziative di carattere storico-politico sono assolutamente provocatorie, confermano la volontà di manipolare la storia e, al tempo stesso, depistano l’attenzione dell’opinione pubblica da incapacità, fallimenti e recentissime bocciature, acqua e rifiuti su tutti. Non è più in discussione il mancato rispetto delle promesse fatte e degli impegni assunti verso la collettività rendese.
Noi che siamo figli di questa terra ci sentiamo offesi e indignati da questo modo di amministrare la cosa pubblica rendese perché non rispettoso, sfacciatamente dispregiativo della nostra storia: l’ipotesi urbanistica, la concessione anzi la cessione del PalaSport e del Parco Acquatico, la mala gestione del Castello e del Cimitero, la costruzione del ponte sul torrente Surdo, le cittadinanze onorarie e le eventuali intitolazioni, al di là dei meriti indiscutibili dei rispettivi beneficiari, sono solo gli esempi di oggi.
Oltre al resto già noto, il “mannismo”, divisivo e opportunistico, è anche questo e pure peggio, altro che nuova politica o politica alta.
Nel frattempo, i partiti, o meglio le espressioni personalistiche o lobbistiche che conosciamo, si stanno riorganizzando sui territori per garantirsi spazi, vecchi e nuovi, soprattutto in relazione alla riduzione del numero dei parlamentari – meno 345 posti a sedere tra deputati e senatori – già a partire dalle elezioni politiche del prossimo anno.
Non a caso, ci risulta e preoccupa l’iniziativa di parte ANCI, supportata ovviamente dalla casta partitica, in ordine alla modifica dell’attuale legge per il prolungamento del numero dei mandati dei sindaci dei comuni di media e grande dimensione da due a tre consiliature.
Queste semplici riflessioni devono indurre noi cittadini rendesi, che non siamo legati a questi soggetti né ci sentiamo rappresentati dagli stessi sul piano ideologico e valoriale, a prendere posizione a difesa, ripresa e rilancio della nostra comunità d’appartenenza.
Superando definitivamente l’ipocrisia del “politicamente corretto”, non osiamo immaginare oltre”.
Così Pierpaolo Iantorno di RendeSì.
Rende, Iantorno: il sindaco non conosce la storia della città
"Le ultime iniziative di carattere storico-politico sono provocatorie, confermano la volontà di manipolare la storia e depistano l’attenzione"