L’irripetibile

L'unicità senza confini, e senza freni, di Silvio Berlusconi. In tutto, e ovunque. Calabria compresa, ovviamente...

《La democrazia ha dei freni che a Silvio danno fastidio…》. Fedele (Fidel) Confalonieri, il volto “civile” delle fatture padane del Biscione, ha provato così a sintetizzare le movenze del capo concedendo una intervista “umorale” a La Stampa nel 2009. Ci sono regole, però poi c’è pure chi è nato per metterle in crisi. Per forza. Nessun problema però per Sabina Guzzanti, sorella di Corrado e testimonial come griffe della satira più pungente e intelligente a danno (o beneficio) del Cavaliere. 《La democrazia è mia, ho le fatture…》travestita da Cav..
Irripetibile Silvio Berlusconi. In tutto. E per tutti. E quanto è “poco” o persino inutile la narrazione post mortem del profilo. Se mai c’è stato un profilo solo. Al punto che forse viene meglio ricordare quello che oggi non ci sarebbe, o non sarebbe così, se Berlusconi semplicemente non ci fosse stato.
Dopo la “retata” (quasi) generale della magistratura all’inizio degli anni Novanta ha fatto il centrodestra della politica italiana e poi il destracentro. In turn over e in scioltezza, senza pregiudiziali. Tanto per lui ideologia o ideologismo più di un programma tv in seconda serata non hanno mai meritato. Né ha mai rappresentato una insidia fabbricare o intercettare compagni di viaggio. Tutti buoni. Qualcuno più, e qualcuno meno. Certamente meno di lui e per questo s’è sempre andati avanti.
Ha fatto (di riflesso, ma mica tanto) il centrosinistra e la sinistracentro. Che lo hanno rincorso a sua immagine per subalternità d’impatto e spesso e volentieri anche per inconsistenza. Della serie, c’è l’originale ci sono le copie. Il “sole” lo ha sempre fatto lui, o quasi.
Ha fatto la tv come la conosciamo oggi. Anche prima che si dovesse disvelare per forza così, poi sarebbe arrivata lo stesso in qualche modo. Ha fatto quella fintamente privata e quella fintamente pubblica. Governando la prima e seducendo fino al controllo la seconda. Forse, negli anni e in forma paradossale, ha finito per dominare in egemonia culturale più la seconda della prima. Anche per questo è irripetibile Berlusconi. Tra affari e dominio ha gestito sempre la parità di genere.
Ha fatto il calcio nella modalità oggi contemporanea prima che gioco o forza si imponesse lo stesso, in qualche modo. Non perché il calcio fosse solo una passione, magari tra le prime per lui. Ma perché il calcio intercetta popoli e consensi e li rende appagati fino a poterne disporre in varie forme. Tutte appaganti. E così l’investimento nel pallone, anche a più zeri, esce dal perimetro della frivolezza o da quello mercantile degli affari e trasloca in quello del dominio, del sovrastrutturale. Che non ha prezzo, per uno come lui, anche se non è mai in perdita alla fine della fiera. E infatti, anche qui, fa il “sole” e gli altri appresso.
Ha fatto il grossolano ma mai prepotente maschio italiano, Silvio Berlusconi. Gestendo con sapiente conoscenza del mestiere (e dei limiti del mestiere) il confine tra lo sfruttamento e la non gratuita complicità femminile. Che come è noto non è difficile da rintracciare.
Ha fatto, forse, anche altro Silvio Berlusconi. Molto altro. Che non deve piacere per forza, o per forza a tutti.
Potrebbe aver incrociato tra i primi il desiderio spasmodico delle coppole rustiche e incolte di Sicilia di far crescere non più “piante” ma altri “alberi” dell’immenso terreno. Chissà. Come sempre in questi casi è il saldo “contabile-disponibile” a fare la differenza. Dopotutto il 41bis è ancora lì e persino l’attentato spot allo stadio Olimpico qualcuno lo ha “venduto” ai colonnelli e fatto saltare. Se è andata così, qualcuno di “unico” ha raggirato persino Cosa Nostra. Chissà chi.
Anche sotto gli ulivi di Gioia Tauro in compagnia del più brillante dei politici del Paese e dei più baroni dei boss sarebbe stato intravisto il rampante Cavaliere. Gli anni dei ripetitori tv e delle prime dirette. Gli anni del tutto e del subito. Gli anni del freno a mano abbassato ma senza deragliare mai. Avrà anche 《comprato la democrazia》 Silvio Berlusconi, giusto per copiare Sabina Guzzanti d’annata. Ma non era in vendita per tutti e in ogni caso non l’ha mai svenduta. A nessuno e forse neanche a se stesso.
Non avrebbe mai partecipato oggi al dibattito autobiografico se ha fatto bene o male. O quanto bene e quanto male. Troppo poco per uno come lui. Residuale. L’incrocio vero è altra cosa per una razza del genere.
Un altro come lui sarebbe mai venuto fuori senza di lui? Avrebbe fatto quello che ha fatto lui ma senza di lui?
Le cose “fatte” da lui sarebbero state “fatte” lo stesso e nello stesso modo e negli stessi tempi? Nel bene e nel male il Paese sarebbe lo stesso (e questo stesso) anche senza di lui?
Unici si è per questo. Irripetibili. Quando l’imbarazzo delle domande conduce ad un’unica sola risposta…

Domenico Martelli