Una lite avvia le indagini. L’indagine ha avuto inizio dalla lite di uno straniero in un C.A.F. di San Ferdinando, dissidio che aveva richiesto l’intervento dei Carabinieri per placare gli animi: i militari, giunti sul posto e comprese le ragioni dell’alterco, si erano però resi conto che, in quel caso, lo straniero si lamentava per la mancata percezione della forma di sussidio, ingenerando nei militari il sospetto che vi potessero essere molti più stranieri in situazione di irregolarità circa il reddito di cittadinanza.
L’elenco dei percettori. Pertanto, i militari della locale Stazione richiedevano il supporto dei colleghi del nucleo ispettorato del lavoro che, tramite una specifica banca dati, fornivano ai carabinieri di San Ferdinando l’elenco di tutti i percettori, in ambito comunale, del reddito di cittadinanza. Le immediate risultanze indicavano come circa la metà dei migranti domiciliati nella tendopoli, avesse presentato domanda per la speciale elargizione: a fronte dei 530 residenti e delle 250 domande presentate, un primo vaglio era già stato effettuato dall’I.N.P.S. che aveva respinto 50 richieste, per cui 200 sono risultati gli effettivi percettori, dei quali ben 177 ritenuti in posizione irregolare, ovvero l’88%.
Danno allo Stato. Le difformità riscontrate hanno consentito di stimare il danno complessivo arrecato alle casse dello Stato a circa 140.590,64 €, scongiurando però, grazie all’intervento degli uomini dell’Arma che immediatamente hanno iniziato a monitorare l’elargizione del benefit suddetto, un ulteriore ammanco di oltre mezzo milione di euro (571.238,69 euro), somme che i percettori avrebbero altrimenti incassato senza l’attenta attività di analisi condotta dai militari della Stazione di San Ferdinando.
Gli esiti delle indagini sono stati immediatamente trasmessi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Palmi, per cui i 177 soggetti venivano deferiti in stato di libertà per la violazione delle norme a tutela del reddito di cittadinanza, provvedendo inoltre all’immediata comunicazione all’INPS dei nominativi ai quali dovrà essere sospesa l’elargizione dell’emolumento. Previste pene che possono arrivare sino ai 6 anni di reclusione.