Un paio di giorni, al massimo entro giovedì. E in qualche modo la pratica si deve chiudere. Oltre non si dovrebbe andare anche perché il Nazareno nelle ultime ore, a proposito della “pratica Calabria”, ha il cerchietto rosso e i cellulari che non smettono mai di squillare. C’è tensione e non potrebbe essere diversamente, del resto. La ferita lasciata dal gran rifiuto di Rubbettino non smette di sanguinare anche perché non è semplice ripartire dopo una porta che (garbatamente) fa rumore quando la sbatte uno come l’editore di Soveria Mannelli. L’autoproposizione sul red carpet di Maurizio Talarico, il “re delle cravatte” da Pizzo Calabro ma a Roma dalla fine degli anni Ottanta, ha solo parzialmente spostato l’attenzione nella “maledetta domenica” del Pd. E quello che non ha ancora spostato, Talarico, è proprio il “consenso” alla sua stessa autocandidatura. Che non arriva, consenso, né dai piani medi né dai piani alti del partito. Non c’è fretta e non ce ne deve essere, promette chi respira l’aria tesa della Capitale in queste ore. Stavolta deve essere fatto centro a tutti i costi e una “deliberazione” finale a proposito di Talarico non c’è. E il punto, anche mediatico, è proprio questo. Il magnate delle cravatte di Vespa e Trump non ha ricevuto di recente una formalizzazione di proposta, di offerta politica a tutto tondo da parte del Pd. Diciamo che è stato protagonista e terminale di una serie di interlocuzioni nelle intercapedini del Palazzo, decisamente informali e preparatorie. Non ha mai varcato la soglia delle “stanze” che decidono e debbono decidere. Della serie, questo il messaggio che il Nazareno gli ha fatto recapitare nei giorni scorsi, come la pensi a proposto di un tuo eventuale impegno in Calabria? E Talarico l’ha fatto sapere come la pensava, ameno fino a qualche giorno fa. Non a pochi intimi, ma direttamente dal megafono della trasmissione “un giorno da pecora” (qui il video).
No grazie, la ricevuta di ritorno di Talarico. Non me la sento, preferisco le fatture e i nodi delle cravatte. Diciamo che Talarico ha evidenziato un “no” secco e ufficiale a una proposta che invece ufficiale non è mai stata né, tantomeno, mediaticamente perentoria. Non si spiega diversamente, del resto, la benché minima insistenza formale e informale nei confronti dello stesso Talarico, il Nazareno ha subito poi concentrato tutte le sue forze diplomatiche (questa volta assai formali) attorno a Rubbettino. Che era e resta l’unica porta che il Pd ha aperto ufficialmente fin qui, poi altrettanto formalmente e pesantemente chiusa dallo stesso giovane editore. Ora, se vogliamo, il quadro si capovolge, sia pure solo in parte. Talarico riscopre la sua disponibilità, dopo il gran rifiuto di Rubbettino. Ma, di fatto, la formalizza solo a se stesso perché il Nazareno non l’ha mai esternalizzata né prima né ora la caccia ufficiale al “re delle cravatte”. Segreteria del Pd che quindi ora si trova a tutti gli effetti l’autoproposizione di Talarico sul tavolo, tutta da valutare. Da esaminare e da discutere al proprio interno, soprattutto dopo la cocente delusione che ha rappresentato il “libro dei sogni” di Florindo Rubbettino. Del resto la decisione attorno a Maurizio Talarico non solo non è scontata ma è geneticamente dipendente da altre valutazioni che il Nazareno sta facendo attorno ad altri pofili “civici”. Non c’è infatti solo il “re delle cravatte” sul tavolo, si analizzano anche altri nomi, altri scenari. Questo per dire che solo su Rubbettino le diplomazie in giro avevano smesso di trattare, puntando tutto su di lui. Per il resto il giro di valzer è in piena attività e può uscire di tutto dal “cilindro”. Due o tre giorni al massimo, senza ansia da prestazione, e il nome verrà fuori. Civico, però. Rigorosamente civico. Perché nel frattempo, nell’intifada palestinese del Pd alle prese con la pratica Calabria, un’altra certezza è venuta maturando, a quanto pare. Non ci sarà spazio per candidature cosiddette politiche per la presidenza della Regione. Intendendo per politiche le cavalcate di deputati o consiglieri regionali (non pervenute altre derivazioni). Un nome civico a tutti i costi. Poi che sappia fare cravatte o altro ancora si vedrà…
I.T.