Lilli Gruber lo provoca molto di più (giornalisticamente) di quanto non faccia Paolo Mieli e alla fine Marco Minniti lo tira fuori il missile a “8 e mezzo”.
«In questo momento storico al Pd serve un leader molto forte e molto autorevole e questo non può essere certo Renzi. È troppo indebolito ormai, si è dimesso peraltro».
Freddo un pò meno del solito Marco Minniti reagisce così alla provocazione di Gruber che gli ha appena ricordato cosa ha detto di lui nel pomeriggio il presidente del partito, Matteo Orfini. Della serie, è anche grazie alle politiche dell’accoglienza messe in campo fin qui se poi è arrivato Salvini al potere. Niente male per essere una puntata di “8 e mezzo” che doveva essere dedicata alla prima fiducia del governo Conte.
«Ricordo a tutti che la Lega al governo è anche quella della maglietta di Calderoli che ha fatto imbufalire la Libia» ha tra l’altro detto Minniti.
Beccandosi l’unica uscita di Mieli fuori dal convenzionale, «oggi quello di Salvini è un partito diverso, con toni diversi, non ha molto senso guardare alla dialettica del passato». C’è poi il siparietto del cambio al Viminale che è in inedito.
«Ho fatto chiamare Salvini dagli uffici per congratularmi con lui» ha detto Minniti. «Sto ancora aspettando una risposta ma sono paziente…»
Magorno: il leader invece è solo lui
Di diverso avviso il senatore Pd Ernesto Magorno che su twitter la scritto, proprio questa sera, “Il discorso di oggi conferma una cosa che tutti sappiamo da tempo: l’unico leader possibile per il centrosinistra è Matteo
#Renzi”.