Il grido di allarme di Locri, c’è chi affossa l’ospedale

Il sindaco: nosocomio al collasso. E riecheggia il monito di Scura: da queste parti c'è chi favorisce il privato

Chi l’avrebbe mai detto che un amministratore locale fosse d’accordo con il commissario alla sanità Massimo Scura.

E’ il caso del sindaco di Locri, il neo eletto Giovanni Calabrese, C’è qualcosa che non va all’Asp di Reggio e a pagarne le conseguenze è il servizio pubblico “La situazione dell’ospedale della Locride è sempre più seria e drammatica e non possiamo non nascondere la nostra già nota preoccupazione ed insofferenza. E’ auspicabile che l’importante interpellanza parlamentare presentata dal deputato del collegio, Francesco Cannizzaro, possa servire a riaccendere concretamente i riflettori della politica nazionale sul “caso Locri”. Come è altrettanto necessario che ai cittadini venga data contezza della relazione presentata dagli ispettori ministeriali al Ministro Lorenzin a seguito dell’ispezione dello scorso dicembre. Se così non fosse, di quella importante “missione in terra di frontiera”, rimarrebbe solamente il piacere, per la nutrita e qualificata delegazione ministeriale, di aver potuto godere del prelibato stocco di Mammola”.

Queste le parole del sindaco di Giovanni Calabrese. “Intanto – aggiunge – son passati sei mesi dalla visita degli ispettori e con il protrarsi del tempo continua in modo inarrestabile la crisi che ormai da anni ha interessato l’ospedale della Locride. La situazione è al collasso in molti reparti ed il tutto trova conferma negli atti ufficiali dello stesso management chiamato a gestire l’Asp e quindi il presidio ospedaliero locrideo. Il personale medico e sanitario è abbandonato a se stesso. Si va avanti per spirito di servizio ed abnegazione alla causa.I cittadini vengono quotidianamente umiliati dal disservizio ospedaliero. La Gastroenterologia continua a non avere le necessarie attrezzature per poter effettuare le prestazioni richieste dai pazienti ed il dirigente medico recentemente assegnato al reparto spera di poter un giorno eseguire qualche esame endoscopico”.

“Il Pronto Soccorso – sottolinea il primo cittadino di Locri – e’ alla deriva con il personale esposto a rischi di tutti i tipi. In tutto ciò appare emblematica la decisione assunta dal direttore sanitario, Pasquale Mesiti, che conferma il periodo nero per l’Ospedale: infatti, con disposizione di servizio n. 54 dello scorso 13 giugno, il direttore sanitario ammette “le condizioni di criticità che saranno acuite dell’imminente stagione estiva”, ed immagina di risolvere il tutto con l’avvio in tempi brevi di un “sistema di telemedicina”.

Inoltre, “dispone”, con il medesimo provvedimento, “l’obbligo per i tecnici di radiologia di eseguire gli esami radiologici senza mezzo di contrasto anche in assenza di personale medico, di farsi assistere da medici anestesisti per gli esami radiologici con mezzo di contrasto ed affidare la refertazione di tali prestazioni ad un servizio navetta – con base operativa a Cittanova – per il trasporto degli esami radiologici sempre in attesa della telemedicina”. Questo, purtroppo, l’apocalittico scenario dell’ospedale di Locri. Noi, oggi più che mai, alla luce dell’importante consenso conferitoci dai cittadini – conclude Calabrese – continueremo a portare avanti questa importante battaglia di civiltà. L’ospedale non può essere chiuso come qualcuno vorrebbe, ma non può assolutamente continuare a rimanere aperto in tali condizioni”.

BUCO NERO ASP REGGIO CALABRIA

Chi ci guadagna se la sanità pubblica non funziona a Reggio Calabria? I privati. Non ha dubbi il commissario Massimo Scura che nei giorni scorsi ha rincarato la dose dichiarando: “Reggio sembra essere una provincia fuori dall’Italia. A Reggio le regole sono reggine, non calabresi e non italiane”. L’ultimo bilancio approvato a Reggio Calabria e’ quello del 2012, la contabilità di Reggio è una nebulosa”.

Ecco perché il commissario ha nominato una commissione speciale che dovrà fare luce sui conti dell’Asp dello Stretto “Siamo convinti che questa commissione, sbrogliando questa matassa, verranno fuori sorprese incredibili – dice Scura – e io ho già allertato la Procura della Repubblica”.

“Delle altre aziende abbiamo contezza, chi dice che il debito e’ fuori controllo, comunque, non ha contezza esatta delle questioni – ha detto il Commissario – e ogni anno, da quando sono qui, scopro nei cassetti delle aziende debiti pregressi dell’ordine di 30, 40 o 50 milioni di euro, fatture non pagate, pignoramenti fatti e non eseguiti, ma spero che dal 2019 tutto questo sia chiuso”. “Per esempio, l’Asp di Cosenza aveva 84 punti di ricezione delle fatture, un po’ troppi, e nell’85 arrivavano le fatture di chi non sapeva dove mandarle, e questo era un buco nero – ha detto Scura – ma questo è stato superato, adesso, ormai Cosenza è sulla strada positiva. La perdita in sanità in Calabria e’ di circa 90 milioni – ha concluso Scura – e comunque e’ coperta dalla fiscalità per la sanità”.