Eva Catizone: all’Annunziata medici “asini con le orecchie”

 Una vicenda "familiare" coinvolge l'ex sindaco di Cosenza e attuale consulente di Mario Occhiuto, «camici promossi per partitocrazia e non per meritocrazia». Pronta la replica del sindacato regionale dei medici: epiteti inaccettabili e offensivi

 Alzi la mano chi, quando sta male uno di casa o peggio quando pensa o constata che non è stato curato bene, si sottrae dalla perdita delle staffe. Della pazienza. Della “trebisonda”. E alzi la mano chi almeno una volta nella vita non è stato assalito dal sospetto che non tutti i camici in giro sono di colore bianco perchè si è studiato a dovere, specie dalle nostre parti poi. In pochi possono sentirsi esenti da queste “pulsioni”.

Vi è però che quando “l’incazzatura” arriva da un ex sindaco e attuale consulente dell’attuale sindaco, e arriva per giunta con “evidenza pubblica”, la cosa diventa più seria. Più pesante.

Le parole possono persino diventare pietre. Eva Catizone, di lei stiamo parlando, non trattiene la sua rabbia su facebook.

È su tutte le furie perchè, questo pensa, suo fratello Lorenzo non sarebbe stato curato benissimo all’Annunziata di Cosenza al punto da rischiare qualcosa fino a risolvere poi il suo malanno altrove. E questa è la buona notizia. Che non basta a evitare lo sfogo però, durissimo. Siamo ai «medici asini con le orecchie» e ai camici «promossi per partitocrazia e non meritocrazia».

Sul finire del post, che ora leggiamo integralmente, dopo aver paragonato l’Annunziata a un non luogo e la salute negata a un diritto di accoglienza venuto meno, Catizone tira in ballo la regnanza politica corrente che se non è in grado di risolvere queste cose figurarsi il resto.

Singolare lo sconfinamento sulla “regnanza” dal momento che proprio Lorenzo è stato mandatario elettorale di Oliverio per tre volte e attualmente è componente l’avvocatura regionale. Della serie, è lui stesso “stanza dei bottoni”. Ma leggiamo lo sfogo di Eva…

“Cosa sto pensando, mi chiede Fb. Sto pensando, e da diversi giorni, che in Calabria c’è un diritto fondamentale che ci è negato: quello alla salute pubblica, che è un tema che riguarda l’accoglienza, quella reale, non di bandiera. Lo dico nella consapevolezza che, per esempio, l’Annunziata di Cosenza è diventata un non luogo, dove tranne qualche rara eccellenza trovi asini (quelli dalle orecchie lunghe), tra medici e non, promossi piuttosto che per meritocrazia per partitocrazia. Un orrido. E su questo io credo bisognerebbe dissentire, collettivamente, al di là degli schieramenti, per dire che prima di partire dalle strutture bisogna puntare sulle persone, che fanno la differenza. Quelle brave davvero, troppo spesso costrette ad andar via, che magari sono eccellenze fuori, da Milano a scendere. Io fossi al posto di questa “politica” mi vergognerei davvero, e tanto. Perché se non riesci ad assicurare i livelli minimi garantiti vuol dire che hai fallito. E per sempre”.

Pronta, e inevitabilmente dura, la replica del sindacato regionale dei medici. Un post 《con epiteti inaccettabili e offensivi», scrivono. Che minacciano azioni giudiziarie in assenza di 《scuse immediate». Ma ecco cosa scrive il sindacato regionale dei medici a firma di Claudio Picarelli.

“Apprendiamo con grande sdegno e stupore di uno scritto della Signora Eva Catizone sui social. La signora esprime dei giudizi e degli epiteti a dir poco inaccettabili e gravemente offensivi nei confronti dei medici e degli operatori dell’Azienda Ospedaliera della sua città, tanto più se si pensa che tali offese provengono da chi in un recente passato ha ricoperto la carica di primo cittadino. La signora si permette di scrivere:” l’Annunziata di Cosenza è diventata un non luogo, dove …trovi asini ( quelli dalle orecchie lunghe).

La signora ha la sfacciataggine di chiamare asini, chi, nonostante il piano di rientro non consenta di lavorare con organici adeguati, chi , nonostante turni massacranti e superlavoro, dimostra abnegazione e spirito di servizio verso i pazienti.

Cosenza forse è l’unico luogo della regione dove nonostante tutto si riesce a dare risposte ad una utenza che spesso proviene da tutte le altre provincie.

La signora non è autorizzata ad esprimere giudizi così offensivi verso i medici solo perché un suo congiunto nonostante la proposta di ricovero presso l’Annunziata abbia preferito rivolgersi ad altra struttura.

Attendiamo scuse immediate dalla signora Catizone, in caso contrario saremo costretti a difendere l’onorabilità della dirigenza medica dell’Azienda Ospedaliera con tutti i mezzi che la legge ci consente”.

Certo è che sono proprio saltati i nervi dentro il “pianeta sanità”. Ormai chiamarlo salute è un azzardo. E l’ultimo baluardo, un minimo di garbo istituzionale e formale, è sepolto dalla diffidenza e dal triangolo perverso che si è impossessato delle corsie. Regnanza politica, élite medica, utenza. Nessuno si fida più dell’altro.

E quando poi scatta il “tengo famiglia”…

I.T.