Aggiungi un posto a tavola. Partite di sanità tra un primo e un secondo…

Cenetta (per ora mancata) sulle colline di Cosenza con pezzi da novanta del management e un dottore “ambizioso”...

Metti una sera a cena due avvocati di peso dell’area urbana cosentina. Il direttore generale dell’Asp, Raffaele Mauro.

Quello dell’azienda ospedaliera dell’Annunziata, Achille Gentile.

E un dottore “ambizioso”, ambizioso assai, direttore dell’Unità del dolore dell’Annunziata stessa, Francesco Amato. Che in dote, a tavola e non solo (insieme ad Achille Gentile) porta con sé l’immenso valore dell’Opera di Dio (Opus dei).

Sì, nel nome del Signore anche lui. Vanno più di moda del solito negli ultimi tempi, gli “illuminati” che si impegnano nella società con il cuore ricolmo dell’Opera di Dio (Opus dei). Dal gran rientro diretto in politica per alcuni (su progetto cristiano “dell’alto prelato”). All’impegno ambizioso nelle pubbliche amministrazioni e nella sanità per altri (quando si dice missionari).

Metti una sera a cena. E metti però che all’ultimo (per ora) la cena è saltata. Rinviata di una settimana. Achille Gentile atterra troppo tardi con l’aereo a Lamezia, c’è stato un problema e alle undici poi resta tutto sullo stomaco. E dire che era la serata ideale, quella. Colma di aria fresca sulle colline della cintura di Cosenza.

A Rogliano, per l’esattezza. Una volta “l’oste” di casa era Pierino Buffone. Oggi, a parità di stazza ma anche di vino buono, ci si deve accontentare di quello che passa il convento. L’importante è cenare tra buoni amici. Il resto, chi se ne intende lo sa bene, scorre via che è una bellezza.

Tutto è più “morbido” e tutto si aggiusta. Tra un primo e un secondo si può schiarire ogni cosa e figurarsi se tra professionisti di questo calibro, e con queste competenze, non ci finisce di mezzo qualche grossa partita di “salute”, di sanità.

Del resto se non siamo in un convivio tra “missionari”, ci manca poco. Peccato solo che all’ultimo (per ora) la cena è saltata. Perché di “salute”, si sa, c’è sempre bisogno in giro. Lo sa bene proprio lui, “l’ambizioso” dottor Amato, che ha a che fare ogni giorno con chi non ha altro che il dolore irrimediabile come unica prospettiva di esistenza (autore di una cinquantina di pubblicazioni scientifiche sulla materia nonché professore a contratto all’Unical). Scopre il valore della politica (e il suo peso) con Peppe Scopelliti e Gangemi di cui diventa più o meno agevolmente il suo simbiotico braccio destro. Altra stagione, quella, il tempo passa che è inesorabile.

Oggi il “valore” della politica porta da Mario Oliverio ma lo si comprende meglio per tramite di Achille Gentile, il dg dell’ospedale che è ormai l’uomo in sanità più vicino al governatore. E non è certo questa né una colpa né un problema, tutt’altro.

Oggi il dg dell’ospedale, peraltro soddisfatto delle performance raggiunte dall’azienda sotto la sua guida, si offre da “calmiere” e mediatore persino tra la stessa Cittadella e l’Asp di Mauro, tanto per dire.

Una specie di “stanza di compensazione”, per usare un vecchio termine che andava di moda nelle banche di credito cooperativo quando i soldi sul conto non bastavano per pagare gli assegni. Ma a tavola ci si combina (o ci si sarebbe combinati) che è una bellezza. In una fresca serata di collina poi. Del resto l’esperto assoluto del dolore come ultima istanza, il dottor Amato, sa scegliersi sempre bene le compagnie migliori.

Quelle più edificanti. Non si spiega diversamente la sua lunga frequentazione dalle parti di un’altra collina della cintura di Cosenza, quella dove staziona l’ex senatore Tonino Gentile al quale tutto si può dire tranne che sia disattento alle questioni di sanità. Tutt’altro. Si circonda da sempre di buoni “amici” nel pianeta salute, anche fuori dalla provincia di Cosenza, l’ex senatore. Come inquadrare diversamente, tanto per dire, lo storico rapporto con Antonio Belcastro, quotato dg del Mater Domini di Catanzaro (e se alla fine fosse proprio tra loro due, Amato e Belcastro, la sfida finale tanto attesa per la guida del dipartimento regionale della Salute?).

Il dottor Amato, vecchio e consolidato amico di famiglia, non ha mai fatto mancare a Gentile la “sua” in materia, le sue visioni, i suoi racconti, le sue scoperte. Le sue confessioni, a tratti persino quotidiane. Certo non basta questo a spiegare il suo ingresso come membro della commissione interministeriale Miur-ministero della Salute (prima guidato da Lorenzin…) per la formazione in terapia del dolore e cure palliative. Non basta, ma aiuta. Il “colle” dell’ex senatore come altra ultima istanza, insieme a quella del dolore con cui convive e lavora Amato. E siamo certi che il dottore non avrebbe mancato di confidargli anche questa cenetta tra buoni amici al fresco della sera e al fresco di Rogliano, sia pure “orfana” di Buffone…

 

I.T.