Affondo finale di Guccione (e Orlando) contro Oliverio

Il “fumo” e anche molto “arrosto” ieri all’adunata di Dems a Rende. La visione e le sberle. La prosa nazionale dell’ex ministro Orlando e gli artigli conterranei, e consolidati, di Carletto Guccione.

E per gli amanti del pallottoliere in consiglio regionale persino un presagio, un avvertimento alla maggioranza (?) dal momento che non solo si sono visti Ciconte e Sergio ma si sono anche sentiti. Della serie, se arriva prima o poi una conta della “dissidenza” non si sa come si mette. Il fumo, l’arrosto e due stratificati obiettivi da colpire con le freccette.

Il “civismo” alla Romeo, l’inciucione politico formato caravanserraglio (dove coglio coglio) da “indossare” su misura su Mario Oliverio.

Il secondo degli obiettivi è appunto proprio lui, quest’ultimo, reincarnazione del peggior trasversalismo e della continuità (peggiorativa) del modello Scopelliti. Parole, e firma, di Guccione che accoglie così la sola idea di una ricandidatura del governatore per la Cittadella del prossimo anno, «se c’è lui abbiamo già perso»..

E già, si guarda al prossimo anno e al civismo necessario ma non indistinto, non inciucista, che non sia il modello da «Musumeci a Emiliano» per dirla con Sebi Romeo. «Questo è un modello da disperati della politica, da naufraghi. Con questo schema si perde tutta la vita». Da abbattere quindi il substrato, il “progetto Romeo”. E da abbattere pure, se non prima, il suo terminale e cioè proprio Mario Oliverio. Come? Con il civismo “necessario” e consapevole. Ma vero, non ammucchiato alla caravanserraglio. Un civismo che abbia una condivisione della visione, della genesi e del terminale. E il Pd? Se ha ancora un senso (e nessuno ha negato che ne abbia) è come minimo da rifare.«In questi anni sui territori c’è una forte presenza di associazioni laiche, cattoliche, del mondo del volontariato e corpi intermedi. O si procede lungo questa strada o ha dichiarato Guccione durante il suo interveno – il rischio è che in Calabria ci troveremo di fronte all’ennesima sconfitta. Una nuova aggregazione civica deve essere accompagnata da una netta discontinuità con il passato che passi dagli annunci ai fatti concreti e che sia di vero cambiamento delle reali condizioni di vita dei calabresi». «Non può essere – ha sottolineato – un maquillage politico trasformistico che non affronti la crisi del fallimento di un’esperienza regionale di governo che ormai da un lungo periodo – dalle amministrative del 2016-2016-2017 – ha accumulato un susseguirsi di sconfitte in tutte le grandi città calabresi».

L’alleanza civica proposta da Guccione e Orlando deve basarsi su un programma politico alternativo a quello proposto in Calabria in questi anni.

«Non dobbiamo fare in modo che la dialettica politica si riduca tra populisti e antipopulisti ma tra ideologia di destra e ideologia di sinistra». Nelle scorse settimane l’ex candidato alla segreteria del Pd ha dichiarato senza troppi giri di parole che il Pd non esiste più e che dove c’è forse sarebbe meglio che non esistesse.

«Aspetto ancora qualche lanciafiamme che è stato promosso per il Mezzogiorno – dice Orlando -. La nostra sconfitta viene banalizzata giustificandola solo con la proposta del Movimento 5 stelle sul reddito di cittadinanza. Ci ostiniamo a non voler ammettere che gli elettori hanno bocciato il nostro operato come elettori e le nostre proposte».

Due gli appuntamenti in programma nel breve periodo: il 28 giugno seminario nazionale Dems mentre tra settembre e ottobre la festa-seminario per ragionare e confrontarsii su una nuova proposta del Sud.