Nel nome del Signore, di Moro e della Dc. Così ci si allena a “bloccare” Oliverio

Due iniziative commemorative e culturali consecutive, una a Catanzaro e un’altra a Cosenza. L’occasione la offre il 40esimo “compleanno” della strage di via Fani ma c’è un’ambizione della curia dietro e che porta a cose più terrene...

Antonio Viscomi

Un convegno a Catanzaro, e uno persino più ricco di vecchie glorie a Cosenza. E un’unica “squadra” che si muove e si organizza nel nome del Signore (e della Dc che è rimasta in ognuno di loro). L’occasione la offre il poco allegro “compleanno” della strage di via Fani e del ritrovamento del cadavere di Moro nel cofano della mitica (e tragica) Renault 4 rossa. La nostalgia del resto non manca. Le suggestioni nemmeno, figurarsi. Nessuno, in assenza forzata della prova del contrario, è in grado di stabilire cosa avrebbe dato ancora Moro (o magari tolto) alla politica italiana così come in pochi sono in grado ancora oggi di ammettere che forse la (vera) Dc è morta in quel cofano con lui. Sotto i colpi di chissà quante mani. Certo è che non è per rispondere a queste ormai mistiche domande che s’è messo in movimento il vescovo di Catanzaro monsignor Bertolone, il dominus della regnanza cattolica che proprio non ce la fa a guardarsi l’avvilente partita politica del potere dalla finestra con il vangelo in mano. Fosse per lui la giocherebbe in campo la partita, con la Chiesa a rivestire i panni di squadra competitiva e concorrente più che mai rispetto alle altre forze politiche. E il suo disegno, che in una certa qual misura è possibile anche rintracciare sottoforma di ambizione, non può che dirsi avviato se non attraverso una operazione che nasce come culturale. Suggestiva, evocativa. Che mostra di voler volare alto ma con gli occhi e le gambe ben piantate per terra. Del resto, che non sia di ispirazione solo evangelica l’operazione “politica” di Bertolone, era già chiaro dal pressing che il monsignore avrebbe giocato a tutto campo per la candidatura di Viscomi alla Camera in posizione privilegiatissima. In questo, per la verità, ben accompagnato da Ernesto Magorno che ha completato l’opera, consegnando niente di meno che Renzi nelle mani del vescovo di Catanzaro in un “corner” del suo ultimo giro carico di potere vero in Calabria (in pratica quando l’ex segretario nazionale del Pd andava in giro per il Paese a segnare a penna quali erano le candidature dalle quali non si poteva prescindere). Un faccia a faccia serrato e confidenziale, tra Renzi e Bertolone organizzato proprio da Magorno, nel quale è difficile immaginare che si sia discusso solo di religioni islamiche violente o di resistenza del protestantesimo. Bertolone già da allora aveva ben in mente quale (e rappresentata da chi in Parlamento) doveva essere la prima mossa. Un giorno Magorno confesserà, magari solo a se stesso, se s’è pentito di aver organizzato la “cabina” per il seggio ecclesiastico di Viscomi. La statura culturale ed etica del candidato ha fatto il resto, rendendo tutto soporifero. Ma non è chiaro fino in fondo se dell’operazione Bertolone-Viscomi oggi Magorno preferisce non parlarne manco a se stesso, provando a dimenticare. O se magari in cuor suo la rivendica. Così come è ancora meno chiaro se Viscomi stesso sia mai stato sulla linea di Renzi e Magorno anche solo per il tempo che è servito a organizzare l’incontro. Chissà. Fatto sta che Bertolone non è mica stato fermo solo al “corner” organizzato con Renzi a Catanzaro. C’è persino chi è pronto a giurare che per ragioni istituzionali altissime s’è appalesato più volte al Viminale da Marco Minniti e che tra una riflessione e l’altra il nome di Viscomi sia venuto fuori come un “amen” a fine preghiera. Chissà. Del resto quando le ragioni cattoliche e di tanto in tanto cristiane “chiamano”, è difficile resistere. E l’operazione cattolica-culturale-politica, o se preferite politica-culturale-cattolica, è appena all’inizio. E mai i 40 anni dall’eccidio del secolo scorso, quello di Moro, poteva calzare più a pennello. Non è del tutto chiaro se c’è più voglia di Chiesa in politica o se c’è così poca politica che la Chiesa ha aperto gli occhi un’altra volta. Hai visto mai. Quel che è certo è che per il messaggio evangelico della missione che può diventare anche politica, meglio ripassare più tardi. Non sono tempi questi. L’operazione che Bertolone ha appena iniziato, e consolidato con l’elezione di Viscomi alla Camera, porta da tutt’altra parte ed è molto più terrena di quello che si può immaginare. Non si spiega diversamente la presenza forte di Agazio Loiero in questi movimenti catanzaresi della curia. E nemmeno quella di Franco Pietramala a Cosenza che con la scusa del secondo convegno su Moro, dopo quello di Catanzaro, riesuma una vecchia militanza proprio a fianco dell’ex governatore della Regione. C’è anche lui nella Chiesa che si riaffaccia in politica anche se è indubbiamente a Catanzaro, e da Catanzaro, che parte l’operazione. L’asse forte è Bertolone-Loiero. Uniti dalla fede, dalla cultura e perché no, anche dalla politica. Il primo step è stato l’elezione di Viscomi alla Camera. Il secondo scongiurare la ricandidatura di Oliverio…

d.m.